Cronaca giudiziaria

I debiti, il finto omicidio, la fuga: preso il "Conte di Montecristo"

Il "conte di Montecristo", alias Davide Pecorelli, si finse morto facendo ritrovare la sua auto carbonizzata e con a bordo dei resti umani. Sarà estradato in Albania dove dovrà rispondere di incendio doloso e profanazione di tombe

I debiti, il finto omicidio, la fuga: preso il "Conte di Montecristo"

Quando i carabinieri lo intercettarono su un gommone in avaria, a largo dell'Isola del Giglio, dopo che per mesi si era finto morto, Davide Pecorelli disse che stava cercando le tre casse con il "tesoro di San Mamiliano", quello citato nel romanzo di Alexandre Dumas: "Il conte di Montecristo". Del resto, l'imprenditore dell'Altotevere si era perfettamente calato nel personaggio di Edmond Dantès (il protagonista dell'opera). Al punto che ne aveva fatto il suo alter ego nella vita e sui social. Se non fosse che, nei giorni scorsi, per lui si sono spalancate le porte del carcere di Capanne, a Perugia, su mandato internazionale della Procura di Puke. Nelle prossime settimane sarà estradato in Albania dove dovrà rispondere di frode, incendio doloso, intralcio delle indagini e profanazione di tombe.

La messinscena dell'omicidio

Tutto comincia a gennaio del 2021. Pecorelli, noto imprenditore perugino del settore beauty ed ex arbitro di calcio, sprofonda in una crisi economica. Il contraccolpo finanziario è tale che, un giorno, decide di far perdere le tracce di sé. I familiari ne denunciano la scomparsa, ma l'ipotesi di un allontanamento volontario viene scartata quasi subito. L'auto dell'imprenditore viene ritrovata carbonizzata sulla strada di montagna Giejan-Reps, al confine tra Albania e Kosovo. A bordo del veicolo, i carabinieri ritrovano anche dei resti umani e gli effetti personali dell'uomo. Uno scenario drammatico: l'anziano padre e gli amici lo credono morto. Un omicidio? Macchè. Il manager viene ritrovato a settembre del 2021 sull'Isola del Giglio. "Ero lì per il tesoro. - raccontò il 47enne ai carabinieri - sono arrivato a Roma con l'autobus dei pellegrini. Ho prelevato i soldi dal bancomat, poi sono andato a Grosseto e ho noleggiato il gommone e ho fatto il viaggio verso Montecristo a caccia delle monete d'oro".

L'arresto dell'imprenditore

La procura di Grosseto non gli ha mai creduto ritenendo, invece, che avesse inscenato l'omicidio per sfuggire ai debiti. Stando a quanto scrive il giornalista Federico D'Ascoli su Il Giorno, archiviata l'ipotesi di reato per ricettazione, l'imprenditore si è visto accusare di autocalunnia e sostituzione di persona per l'uso di documenti falsificati. Ora è in attesa di essere estradato in Albania dove dovrà rispondere di frode, incendio doloso, intralcio delle indagini e profanazione di tombe. Sabato mattina è stato arrestato. "Non ci aspettavamo l'arresto. Le accuse sono le stesse che erano state contestate nell'interrogatorio. A nostro parere non ci sono i presupposti della misura cautelare.

- commenta l'avvocato Andrea Castori, che assiste Pecorelli, a Il Giorno - Il mio assistito, da quando è rientrato in Italia, ha un comportamento ineccepibile, non c'è alcun pericolo di fuga".

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