L'oratorio, il calcio e le "buone famiglie": chi sono gli aggressori di Corso Como

Solo uno di loro proviene dalla periferia milanese: gli altri sono cresciuti nella ricca provincia brianzola e hanno tra i 18 e i 17 anni

L'oratorio, il calcio e le "buone famiglie": chi sono gli aggressori di Corso Como
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Della cosiddetta "baby gang" di Corso Como si sa ancora poco, l'interrogatorio dei due 18enni è previsto per domani nel carcere di San Vittore sono detenuti gli unici due 18enni, Ahmed Atia e Alessandro Chiani, entrambi 18enni e con in background molto diverso. L'intera banda è formata da appartenenti residenti a Monza e cresciuti in famiglie del ceto medio-borghese della provincia italiana tranne Atia, quello che secondo gli investigatori sarebbe meno coinvolto nell'aggressione che, invece, appartiene alla periferia milanese.

"Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, sennò sarebbe morto", ha dichiarato il papà della vittima a "Dentro la notizia". "Penso che sia noto a tutti che ormai a Milano non si può più camminare. Io stesso sono stato inseguito. L'altro mio figlio è stato derubato quindi c'è una situazione allucinante, sembriamo nel Bronx", ha concluso amaramente. Il 22enne rimarrà invalido per tutta la vita e questo dettaglio ha fatto "ridere" i soggetti individuati, che speravano morisse, con una "ilarità" che dimostra tutta la loro "disumana indifferenza".

Così scrive il gip nell'ordinanza di convalida, sottolineando anche che erano anche pronti a "cimentarsi nuovamente", scrive la gip, nello "sfogare" quella loro violenza "gratuita".

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