Cronaca giudiziaria

L'orrore del pedofilo sulle bimbe al maneggio. Ma il giudice gli dimezza la pena

Gli abusi su quattro bimbe tra i 5 e i 9 anni: l'incubo nella selleria di un maneggio alle porte di Milano. Ecco perché il giudice è passato dai 5 anni e 4 mesi decisi in primo grado in abbreviato ai 3 anni e mezzo dell'appello

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Gli abusi sarebbero cominciati nella selleria, dove nessuno avrebbe potuto vederle, del centro ippico in cui frequentavano un corso di equitazione. L'uomo le avrebbe spinte in questo luogo appartato del maneggio e poi sarebbe masturbato davanti a loro, costringendole a guardare. Poi - secondo le testimonianze raccolte nel processo - le avrebbe anche minacciate di ucciderle se avessero raccontato le violenze subite. Il tutto brandendo un coltello. Quattro vittime piccolissime, bambine tra i 5 e i 9 anni, che avrebbero subito gli abusi di un 25enne che lavorava in un maneggio, nel milanese. La corte d'Appello di Milano ha praticamente dimezzato la pena all'uomo: si è passati dai 5 anni e 4 mesi del primo grado in abbreviato a 3 anni e 6 mesi del secondo grado. In primo grado aveva scatenato una grande polemica e l' ira delle parti civili - la richiesta della pm di infliggere solo un anno all'uomo. Richiesta poi non accolta dalla giudice in primo grado.

La riduzione della pena

La riduzione è dovuta al fatto che i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, tra cui la minore età delle vittime. Le attenuanti sono state concesse per la sua "condizione psicologica", per l'incensuratezza e per il "buon comportamento" nel processo". I genitori di tre bimbe abusate e costituitesi parti civili (una quarta bambina abusata ha accettato il risarcimento proposto dall'uomo e non è andata avanti col processo), si sono detti molto "dispiaciute" per la decisione dei giudici. Due delle tre famiglie sono assistite dall'avvocato Solange Marchignoli.

La "minore gravità dei fatti"

In primo grado la procura aveva chiesto 1 anno di carcere e che l'attenuante della "minore gravità" dei fatti, ma la gup in primo grado non l'ha riconosciuta perché le vittime "erano sprovviste di qualsiasi strumento per difendersi o per capire in concreto le richieste dell'imputato" ed erano da lui "intimorite". La richiesta di pena così bassa aveva suscitato l'ira dei genitori.

Nelle motivazioni del primo grado si legge anche che non si può "mettere in dubbio quanto affermato dalle giovani persone offese" nelle audizioni protette e "i fatti narrati nel capo di imputazione" per "atti sessuali con minorenni" sono "opera di un disegno ben progettato" dal 26enne, che ha "sistematicamente abusato delle bambine" nel centro ippico nel "locale selleria". Nessuna "minore gravità dei fatti", ribadisce il gup, anche perché le vittime erano talmente "piccole" che "il grado di coartazione esercitato su di esse è da considerarsi elevato".

E la stessa età delle bimbe "non era tale da non lasciare traccia dell'accaduto nella loro memoria".

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