
L'incidente probatorio per l'omicidio di Chiara Poggi si avvicina e la prima fase di recupero dei reperti è già stata compiuta. La procura di Pavia lo scorso marzo ha iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio con l'accusa di omicidio in concorso, mentre Alberto Stasi, per lo stesso omicidio, è stato condannato a 16 anni e sta concludendo la sua pena. Sempio, all'epoca dei fatti, era amico di Marco Poggi, fratello più piccolo della vittima, che ha sempre dichiarato di non conoscere, se non di vista. I nodi potrebbero giungere al pettine già nei prossimi giorni ma la fine di tutti gli accertamenti è previsto per ottobre. Dovranno essere rianalizzati tutti i reperti prelevati nella villetta del delitto nel 2007 e dovranno essere effettuate le verifiche del caso sia sui materiali già analizzati sia su quelli che non erano stati ritenuti importanti.
Gli avvocati delle parti, soprattutto di Sempio e di Stasi, in questo periodo sono spesso in tv e ognuno porta al pubblico la propria visione del caso, ovviamente in difesa del proprio assistito. L'avvocato Massimo Lovati, che difende Sempio ma che si è spesso espresso anche per l'innocenza di Stasi, venerdì è stato ospite di Quarto Grado ed è tornato a parlare di quelli che lui chiama "sogni", ossia ipotesi su quanto accaduto nella villetta di Garlasco, e nella stessa cittadina della Lomellina nel 2007 e non solo, che dice di aver visto in sogno. "Ho avuto un incubo, nel Fruttolo c’è il Dna di Andrea Sempio", ha dichiarato il legale. Il riferimento ai "Fruttolo" non è casuale, perché uno di questo barattolini di formaggio fresco alla frutta è stato repertato a casa della famiglia Poggi nel 2007 ma non si sa se ci fosse del Dna e di chi fosse, nell'eventualità che fosse presente. In questo nuovo "sogno", che viene definito un "incubo", l'avvocato suppone che possa esserci quello di Sempio.
Per avere conferma e certezza e non basarsi solamente su quella che attualmente viene presentata come suggestione sarà necessario attendere le verifiche degli investigatori. "È stato solo un incubo, poi ognuno può interpretarlo come crede", ha poi aggiunto l'avvocato Lovati.
Dalla procura non trapelano informazioni, al momento a Pavia e a Milano lavorano nel più stretto riserbo. La riapertura del caso implica che chi indaga abbia fondati sospetti che ci siano aspetti non adeguatamente chiariti.