
"Non c'è legittima difesa", questo quanto stabilito dal giudice del tribunale di Roma che ha disposto l'arresto nei confronti di Antonio Micarelli, il vigilante di 56 anni che nel pomeriggio dello scorso 6 febbraio sparò al 26enne romeno Antonio Ciurciumel, in fuga dopo aver rapinato un appartamento.
Secondo gli inquirenti, che hanno preso visione delle immagini estrapolate dalle videocamere di sorveglianza presenti nella zona, la guardia giurata avrebbe fatto fuoco da una distanza molto ravvicinata, troppo per far pensare a un caso di legittima difesa. Le autorità incaricate di far luce sulla delicata vicenda parlano di"scena da Far West" nel descrivere quanto visionato nei filmati.
Si tratta di una vicenda molto complessa, che sta dividendo il Paese. Nel pomeriggio del 6 febbraio Micarelli era appena rientrato dal servizio di vigilanza quando aveva notato dei movimenti sospetti. Antonio Ciurciumel aveva appena commesso un furto insieme ad alcuni complici in un appartamento di via Cassia 1004, a Tomba di Nerone (Roma). Nello stesso palazzo viveva Micarelli che, tornando a casa, si era imbattuto nei ladri.
Il vigilante si era lanciato all'inseguimento della banda, e fatto fuoco con la pistola, esplodendo dieci i colpi, fino allo svuotamento del caricatore.
A seguito dell'intervento dei soccorsi, Ciurciumel era stato trasportato d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale San Filippo Neri, dove i medici hanno fatto il possibile per salvarlo. Il 26enne è poi deceduto a causa delle ferite riportate, aggravando la posizione della guardia giurata.
Secondo gli inquirenti non sussisterebbe l'attenuante della legittima difesa. Dalle immagini parrebbe infatti che Micarelli abbia sparato da una distanza molto ravvicinata, mentre Ciurciumel stava cercando di scavalcare una recinzione.
La distanza calcolata è di circa un metro, e il giovane sarebbe stato raggiunto da un proiettile in fronte.Da qui la decisione del gip di procedere con l'arresto per omicidio volontario.
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