"Non è stato stupro". Cadono le accuse per La Russa jr e l'amico dj

La gip ha accolto le richieste della Procura. I due giovani restano però imputati per revenge porn

"Non è stato stupro". Cadono le accuse per La Russa jr e l'amico dj
00:00 00:00

Non c'è «motivo di dubitare» della «buona fede» e della «credibilità» della ragazza che ha denunciato Leonardo Apache La Russa (nella foto) e Tommaso Gilardoni. Tuttavia non ci sono elementi specifici né prove che i due giovani «si fossero avveduti (o comunque avessero percepito)» che lo stato di alterazione della giovane, «dovuto all'assunzione di alcool e stupefacenti», fosse «tale da incidere sul conseguente vizio del consenso alle prestazioni sessuali compiute». Così il gip di Milano, Rossana Mongiardo, archivia il caso della presunta violenza sessuale su una 22enne, che vedeva indagati il figlio del presidente del Senato e l'amico dj. Il gip ha accolto l'istanza dell'aggiunto Letizia Mannella e del pm Rosaria Stagnaro.

«È un provvedimento che considero contraddittorio e incompleto perché non tiene conto delle mie molteplici contestazioni», commenta il legale della giovane, l'avvocato Stefano Benvenuto. E lei: «È contro la mia dignità di donna, è contrario alla realtà dei fatti e alle dichiarazioni dei testimoni ed è contrario alle intercettazioni e alle prove in mano al mio difensore. Al quale ho già conferito un mandato per la corte di Bruxelles. Non ho intenzione di fermarmi qui». In Tribunale la vicenda giudiziaria sul presunto stupro si chiude. Resta sul tavolo per i due amici l'accusa di revenge porn. Presto si terrà l'udienza preliminare per due episodi di «diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti» ripresi con i cellulari sempre la notte tra il 18 e il 19 maggio 2023, senza il consenso della ragazza.

Scrive ancora il giudice che i due ragazzi hanno avuto un comportamento «censurabile, superficiale e volgare» verso la 22enne. Ma dai video agli atti non è emersa «coercizione» e non è possibile «escludere» la «capacità di intendere e di volere» della giovane nel momento dei «rapporti sessuali». Il gip precisa di non avere potuto «concludere» con la «medesima certezza» dei pm che la ragazza «abbia» sicuramente «preso parte agli atti sessuali con piena cognizione di causa», nonostante ciò non sarebbe «emersa alcuna prova» del fatto che La Russa jr e Gilardoni fossero consapevoli della «mancanza di una valida volontà» dell'amica. Il giudice premette di essersi accostata al caso «con il massimo rispetto alle parti» e «in particolare alla persona offesa, di cui - va subito detto - non vi è motivo di dubitare affatto né della sua buona fede, né della sua credibilità». Infatti «dall'esame della mole degli atti contenuti nel fascicolo investigativo è apparsa sempre molto sincera, oltre che profondamente ed emotivamente turbata per l'accaduto, anche in ragione delle proprie fragilità».

Ciò «se da un lato porta a non dubitare affatto del suo racconto e delle sue dichiarazioni, comporta, tuttavia, la necessità di valutare con maggiore attenzione e scrupolo il complesso delle sue propalazioni, non potendosi affatto prescindere da tale aspetto».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica