L'ex comandante della Polizia locale di Anzola dell'Emilia, Giampiero Gualandi, è stato condannato dalla Corte di Assise di Bologna all'ergastolo per l'omicidio di Sofia Stefani, 33 anni, ex vigilessa, con la quale aveva avuto una relazione extraconiugale. La camera di consiglio è stata molto lunga, circa 7 ore, ma alla fine ha accolto la richiesta della procuratrice aggiunta Lucia Russo. Il pool difensivo di Gualandi, rappresentato dagli avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli, aveva chiesto di riqualificare il reato in omicidio colposo ma le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.
L'accusa nei confronti di Gualandi è di omicidio volontario aggravato dal legame affettivo e dai futili motivi, ma quest'ultima aggravante è decaduta. La Corte ha stabilito un risarcimento di 600mila euro a testa per i genitori di Sofia Stefani, Angela Querzè e Bruno Stefani. Al fidanzato, invece, vanno 500mila euro e al Comune di Anzola dell'Emilia altri 30mila. "Quando c'è una sentenza di ergastolo e succedono delle cose di questo genere la società ha fallito. Però per Sofia credo che fosse giusto avere giustizia. Mia figlia non c'è più, per noi il lutto prosegue e proseguirà per tutta la vita, ma credo che lei si meritasse giustizia e quindi che la sentenza sia giusta", ha dichiarato la mamma dopo la sentenza. "Penso che la manipolazione su Sofia c'è stata, è stata davvero molto pesante, molto reiterata. La sentenza però ha fatto giustizia, ma ripeto, mi dispiace perché quando la società fallisce in questo modo la responsabilità è di tutti noi. Quindi Sofia non c'è più e noi abbiamo cercato solamente di darle voce", ha concluso la donna, che dopo la sentenza ha abbracciato calorosamente la procuratrice aggiunta, Lucia Russo.
"Dal mio punto di vista credo che il femminicidio sia sempre quando una donna muore e muore in modo violento. Credo che per Sofia si possa dire questo, nel senso che lei è morta con un colpo sparato in faccia quasi in linea diretta, e credo che la giustizia debba fare il suo corso e che Sofia meriti giustizia", sono state le parole della mamma prima dell'udienza. "Il dolore è troppo grande, la speranza è di riuscire a sopportarlo", ha detto il papà ai cronisti fuori dal tribunale.