"Verbali falsi per fare carriera". Indagati sette poliziotti a Milano

Gli agenti erano in servizio alle Volanti dell'Upg di Milano. Avrebbero anche finto inseguimenti da film, mai avvenuti: piccoli "trucchi", secondo l'accusa, per ottenere encomi e riconoscimenti

"Verbali falsi per fare carriera". Indagati sette poliziotti a Milano
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Sette poliziotti in servizio alla squadra Volanti dell'Ufficio prevenzione generale della questura di Milano sono indagati per falso in atto pubblico e perquisizione arbitraria. Secondo l'accusa, gli agenti avrebbero alterato dei verbali e perquisito le case senza che vi fossero i presupposti necessari per gli interventi. L'accusa ipotizza che fossero piccoli trucchi per ottenere encomi, riconoscimenti e sperare in un avanzamento di carriera.

Gli episodi contestati

Come riportano alcuni giornali, ai poliziotti (due hanno cambiato città, gli altri trasferiti in altri incarichi) vengono contestati due episodi. Il primo risale ad agosto del 2024, quando gli agenti si sono presentati in un palazzo in zona Quarto Oggiaro, un quartiere alla periferia nord di Milano, per una segnalazione relativa a un uomo che custodiva un'arma in cantina. Nel verbale i poliziotti avrebbero annotato che il sospettato, al momento dell'intervento, si trovasse davanti all'ingresso dello scantinato. Circostanza che avrebbe consentito loro di trovare la pistola, poi risultata un'arma antica. Dalle indagini sarebbe emerso, invece, che l'uomo si trovava nel suo appartamento quando è scattato il blitz e sarebbe sceso nell'androne condominiale in un secondo momento, assieme agli altri inquilini della palazzina. L'altro episodio risale a novembre dell'anno scorso. Due persone, marito e moglie, residenti nel quartiere San Siro, vengono denunciate per ricettazione dopo che gli equipaggi delle Volanti trovano a casa loro gioielli rubati. Nell'annotazione i poliziotti avrebbero scritto che c'era stato un iniziale inseguimento a piedi e che uno dei sospettati avrebbe gettato un pacchetto in strada. Ma dai video estrapolati dalle telecamere di sorveglianza (la coppia era monitorata in una altra indagine e infatti verrà arrestata ad aprile di quest'anno) non ci sarebbe stato alcun inseguimento.

L'inchiesta

L'inchiesta è partita in seguito alla querela sporta dal proprietario dell'arma, che contestualmente al blitz era stato arrestato e poi rilasciato il giorno seguente. Nei mesi scorsi i sette poliziotti indagati sono stati sentiti dalla pm di Milano Francesca Celle, titolare del fascicolo.

Cinque si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre gli altri due avrebbero dichiarato di non aver partecipato ai blitz, limitandosi a firmare i documenti relativi alle operazioni effettuate dai colleghi. Sulla vicenda sono ancora in corso accertamenti.

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