Prof accusato di violenza sessuale su minori: chiamato in causa il ministero

Emergono nuovi sviluppi sul caso del professore di religione accusato di aver inviato messaggi e video hard ad alcuni studenti della scuola di Piacenza: tre di loro hanno chiamato in causa il Ministero dell'Istruzione chiedendo un risarcimento allo Stato

Prof accusato di violenza sessuale su minori: chiamato in causa il ministero

Avrebbe inviato a più riprese messaggi e video hard ad alcuni studenti minorenni dell'istituto scolastico di Piacenza nel quale insegnava da un po' di tempo, incontrandone alcuni al di fuori dell'orario scolastico. E nell'udienza preliminare svoltasi pochi giorni fa presso il tribunale locale, è stato chiamato in causa il ministero dell'Istruzione, visto che i legali di tre vittime costituitisi parti civili hanno chiesto che lo Stato risarcisca le vittime. Questi, stando a quanto riportato oggi dai media locali, gli ultimi sviluppi legati al caso del professore di religione che dovrà rispondere di quattordici capi d'imputazione: è stato fra le altre cose accusato di violenza sessuale e tentata violenza sessuale aggravate dalla minore età, stalking e molestie nei confronti di undici alunni (dieci ragazzi ed una ragazza, a quanto pare).

E la giudice investita del caso ha accolto la richiesta dei difensori di tre scolari costituitisi parti civili, riguardo la citazione del ministero come responsabile civile: secondo gli avvocati l'insegnante trentunne finito sotto processo è un dipendente del ministero e la scuola è stato il luogo dove questi è entrato in contatto con le persone che sarebbero poi diventate sue vittime. Per i fatti svoltisi fra 2020 e il 2021, nel giugno scorso il giovane docente era stato peraltro raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ed era finito agli arresti domiciliari. Qualche settimana fa ha ottenuto la revoca della misura, sostituita con l’obbligo di firma. Il professore, secondo le accuse, avrebbe inviato sui telefonini di alcuni studenti messaggi e video pornografici. Inoltre, sempre in base alle ricostruzioni, in almeno due casi ci sarebbero stati incontri privati all’esterno della scuola. L’indagine era stata affidata alla polizia municipale che per mesi ha ascoltato i diretti interessati e ha raccolto e verificato, uno alla volta, i materiali ricevuti sul cellulare dai giovani studenti.

Cinque le testimonianze in tutto, sino a questo momento. Due delle quali, decisive per l’indagine, sempre secondo i quotidiani piacentini avrebbero riportato degli incontri avvenuti al di fuori delle mura scolastiche. Il susseguirsi di segnalazioni da parte dei ragazzi e delle loro famiglie aveva portato l’amministrazione scolastica ad allontanare il prof. Una sospensione in via cautelare dalle mura dell’istituto seguita, un mese dopo, dalla sospensione dall’incarico da parte della Diocesi piacentina.

E la prossima udienza è stata fissata per il 7 aprile del 2023, anche per dare la possibilità al ministero d’intervenire. Solo quel punto verrà quindi presa la decisione definitiva sull’eventuale ruolo del dicastero nel processo.

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