Si torna a parlare del caso Giulio Regeni, il dottorando italiano ritrovato senza vita il 3 febbraio 2016 per le strade de Il Cairo, in Egitto.
È stata infatti diffusa la notizia che nei giorni scorsi l'Avvocatura dello Stato ha provveduto a depositare una memoria all'ufficio del gup di Roma, in cui viene segnalato che grazie alla recente riforma Cartabia è possibile celebrare il processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati dell'omicidio del giovane.
Gli effetti della riforma Cartabia
Grazie all'introduzione della nuova riforma Cartabia, più specificatamente si tratta della riforma dell'art 420 bis codice di procedura penale, è possibile procedere con il processo.
L'iniziativa è venuta da parte del governo, che mediante l'Avvocatura dello Stato ha deciso di intervenire nella tanto dibattuta vicenda. La speranza è quella di ottenere maggiori informazioni e dare la possibilità alla famiglia del giovane di avere giustizia. Al momento, purtroppo, il processo in corso si trova in una fase di stasi dovuta proprio al fatto che non è stato possibile notificare ai quattro 007 imputati la notifica degli atti del procedimento.
Secondo la memoria depositata dall'Avvocatura è giusta la tesi avanzata dalla procura di Roma, che spiega come sia ora possibile tenere il processo anche in mancanza della notifica degli atti agli imputati. La riforma Cartabia, infatti, ha ampliato la discrezionalità del giudice, il quale può ritenere provata la conoscenza della pendenza del procedimento così come "volontaria e consapevole" la scelta di sottrarsi al procedimento giudiziario.
Il prossimo 3 aprile si terrà una nuova udienza davanti al gup.
Il dolore dei genitori
In una recente puntata di Propaganda Live, trasmissione su La7, i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola Regini, hanno rivolto un appello al governo, chiedendo aiuto e risposte.
"Abbiamo le prove che i quattro imputati sanno di essere sotto processo però si sottraggano volontariamente, non si fanno trovare per potergli consegnare la notifica per eleggere il domicilio che consentirebbe l'inizio del processo", hanno dichiarato nel corso del programma.
"Continuiamo a sentire che l'Egitto vuole collaborare, che è disposto a rimuovere gli ostacoli, ci siamo chiesti quali ostacoli? Quelli che fanno sì che non si abbiano questi quattro indirizzi che portano poi all'elezione di domicilio, o a volte che siamo noi l'ostacolo? Ci siamo anche domandati come mai il nuovo esecutivo non sia venuto a chiedere alla nostra legale come è la situazione prima di andare a Il Cairo", hanno aggiunto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.