Tajani in Egitto: "Cooperazione sui migranti e nessuna reticenza sui casi di Regeni e Zaki"

Il ministro ricevuto da al Sisi: "Una soluzione condivisa per la crisi libica"

Tajani in Egitto: "Cooperazione sui migranti e nessuna reticenza sui casi di Regeni e Zaki"

Il Mediterraneo tra l'Italia e l'Egitto, la sua stabilizzazione, a partire dalla Libia, perchè dal Nordafrica arrivi più energia e meno migranti clandestini. Antonio Tajani e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi avevano molto da discutere al Cairo, ma sul loro incontro pesavano come un macigno i casi irrisolti di un giovane italiano ucciso nel 2016, Giulio Regeni e di uno studente egiziano dell'università di Bologna sotto processo, Patrick Zaki.

Il ministro degli Esteri e vicepremier dopo il colloquio nel palazzo presidenziale di Al-Ettehadeya, fa subito sapere via Twitter: «Ho chiesto e ricevuto rassicurazioni per forte collaborazione sui casi Regeni e Zaki». Lo stesso ripete più tardi, dopo aver visto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry. Il viaggio di Tajani, dopo le tappe in Turchia e Tunisia e mentre la premier Giorgia Meloni va in Algeria, rientra in un'ampia strategia per rafforzare i rapporti bilaterali con i Paesi del Mediterraneo e diversificare le fonti di energia, ma prima di arrivare al Cairo Tajani ha assicurato al Corriere della Sera: «Il governo e l'opinione pubblica italiani continuano a chiedere con forza la verità sull'uccisione di Regeni. Per la giustizia c'è bisogno di verità. Ribadirò che sono necessari segnali concreti. Sarà un tema importante nei colloqui al Cairo». E sul caso Zaki: «Rispettiamo la giurisdizione egiziana e auspichiamo la revoca delle misure restrittive nei suoi confronti, affinchè Patrick torni a Bologna a proseguire gli studi». Tajani ha discusso con Al Sisi e poi con il suo omologo, di sicurezza energetica, di cooperazione economica e di come sciogliere l'intricato nodo della Libia, difficile da pacificare e dunque elemento di forte instabilità nel Mediterraneo. L'Italia è il partner numero uno dell'Egitto nell'Ue in campo commerciale ed economico, come ha ricordato il capo della diplomazia egiziana, e Tajani ha spiegato che vuole diventare «un grande hub energetico d'Europa». Si apriranno le porte a più migranti di questo Paese con «iniziative comuni anche a livello universitario», ma l'Egitto deve fare di più per bloccare le partenze di clandestini. E i Paesi del Mediterraneo devono trovare insieme una via d'uscita alla crisi libica, con un «accordo fra le parti per avere elezioni parlamentari e l'elezione del presidente della Repubblica», dice il titolare della Farnesina, ricordando che la soluzione al problema libico «è anche parte della soluzione del problema della immigrazione illegale».

Quanto alla sicurezza alimentare, il titolare della Farnesina lavora perchè ci siano tutte le garanzie per far arrivare a destinazione frumento e altri cereali in partenza dai porti dell'Ucraina. E questo anche per arginare il rischio di tensioni sociali e di flussi migratori «difficilmente contenibili». Presto si organizzerà un business forum dove le imprese italiane porteranno il loro know-how per collaborare con le imprese egiziane.

Al Cairo Tajani incontra anche la comunità ortodossa copta, visitando la chiesa dei Santi Pietro e

Paolo, devastata nel 2016 da un sanguinoso attentato rivendicato dall'Isis. Il ministro, già come presidente del parlamento europeo, ha sempre come priorità quella delle persecuzioni dei cristiani e della libertà religiosa.

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