Rigopiano, sentenza choc: solo 5 condanne con pene lievi
23 Febbraio 2023 - 17:13Sentenza choc per il disastro dell'Hotel Rigopiano: condannato in 5, tra cui il sindaco Ilario Lacchetta per un capo di imputazione
Le grandi speranze dei parenti delle vittime dell’Hotel Rigopiano sono svanite alla fine del processo. Che si è chiuso con 5 condanne e ben 25 assoluzioni, provocando la rabbia dei parenti delle vittime.
La condanne
È stato condannato il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che oggi come ieri è primo cittadino. Per lui 2 anni e 8 mesi di reclusione, per il reato di omissione dell'ordinanza di inagibilità e sgombero, nella sentenza pronunciata da gup del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea. Assolti invece l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e l’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco.
Tra i condannati figurano il dirigente e il responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, condannati ciascuno a 3 anni e 4 mesi con le attenuanti generiche, per il monitoraggio della percorribilità delle strade rientranti nel comparto della SP8, la pulizia notturna dalla neve e la mancata chiusura al traffico veicolare del tratto stradale della provinciale 8 dal bivio Mirri e Rigopiano. Condannati inoltre a 6 mesi di reclusione ciascuno per falso il gestore e l'amministratore della società "Gran Sasso resort & spa" Bruno Di Tommaso e Giuseppe Gatto.
Lo sdegno delle parti lese
La lettura della sentenza ha provocato lo sdegno dei parenti delle vittime presenti in aula. “Vergogna vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo” è stata la frase pronunciata all’indirizzo del giudice. Le urla sono state accompagnate dalle lacrime di chi, pur sapendo di non poter riavere indietro i propri cari, ha in questi anni reclamato giustizia. Poliziotti e carabinieri hanno dovuto bloccare la tentata aggressione al giudice blindato in aula. Giampaolo Matrone, che nell'hotel perse la moglie Valentina Cicioni, è stato allontanato dopo aver minacciato il giudice: "Non finisce qui" gli avrebbe detto.
Fuori dal tribunale stamattina era stato allestito uno striscione con i volti delle vittime della slavina. E in aula, su delle sedie vuote, erano state poste delle t-shirt recanti il volto delle persone che non ci sono più a causa di questa tragedia. Tragedia che aveva riacceso i fari sul tema dei presunti abusi edilizi.
Il disastro dell’Hotel Rigopiano
Il 18 gennaio 2017 l’Hotel Rigopiano-Gran Sasso Resort a Farindola in provincia di Pescara fu travolto da una slavina. Nei giorni precedenti diverse aree dell’Abruzzo erano state isolate dalla neve intensa e gli ospiti dell’albergo erano in attesa di essere prelevati, quando l’ignoto li colpì.
La slavina spostò l’hotel di 10 metri, mentre all’interno c’erano 38 persone. Due erano invece fuori: il tuttofare Fabio Salzetta e uno dei clienti Giampiero Parete. Le vittime, alla fine delle operazioni di soccorso, che durarono alcuni giorni, furono 29, recuperate soprattutto dalla sala biliardo e in parte dalla zona camino. Tutti i decessi sono avvenuti per i traumi, il freddo e l’asfissia.
Dopo innumerevoli rinvii il processo è ripartito il 18 gennaio 2023, esattamente a 6 anni di distanza dal disastro. Sul banco degli imputati sono finiti 29 individui e una società, accusati di disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, falso, depistaggio, abusi edilizi. Per loro è stato disposto il rito abbreviato.
Tra gli accusati c’erano membri delle istituzioni, dalla Prefettura alla Regione Abruzzo, fino alla Provincia di Pescara e al Comune di Farindola.
Per 4 soggetti era stata richiesta l’assoluzione, mentre per altri 26 erano state richieste condanne per un totale di 151 anni e mezzo di reclusione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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