Cronaca giudiziaria

Sfruttava il nipotino minorenne per chiedere l'elemosina: lo stratagemma del rom

Un cinquantenne romeno di etnia rom era finito a processo con l'accusa di aver sfruttato il nipote minorenne per chiedere l'elemosina ai passanti in una via di Perugia. Dopo esser stato condannato in primo grado, la Corte d'Appello ha confermato la condanna

Sfruttava il nipotino minorenne per chiedere l'elemosina: lo stratagemma del rom

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Era finito a processo con l'accusa di impiego dei minori per l’accattonaggio: avrebbe in pratica sfruttato il nipote minorenne per chiedere l'elemosina, cercando di impietosire i passanti. E per questo motivo, un uomo di 50 anni originario della Romania e di etnia rom è stato condannato ad un anno di reclusione: lo ha deciso nelle scorse ore la Corte d'Appello, confermando in toto la sentenza di primo grado. Sulla base di quanto riportato dal sito PerugiaToday, i fatti si sarebbero svolti nel capoluogo umbro e risalgono ad ormai sette anni fa. Era infatti il 23 agosto del 2016 quando un passante avvisò la polizia, facendo sì che il cittadino straniero venisse denunciato. Quel giorno, l'adulto stava suonando la fisarmonica in una delle vie principali di Perugia. A quell'epoca il rom (che aveva a quanto sembra alcuni precedenti alle spalle) si era da poco trasferito in città insieme alla figlia e al nipote.

Quel giorno si era, come detto, fermato a suonare la fisarmonica, invitando gli avventori a lasciargli qualche euro. O meglio, secondo l'accusa avrebbe delegato quest'ultimo compito proprio al nipotino: mentre lui suonava, il bambino chiedeva alle persone di passaggio la cortesia di lasciargli qualche moneta, mostrando loro il piatto per le offerte. E sarebbe stato proprio il nonno a catechizzare il piccolo, spiegandogli come avrebbe dovuto comportarsi e sfruttandolo di fatto con lo scopo di ottenere più denaro, muovendo a compassione turisti e residenti. La vista di un bimbo costretto ad elemosinare monete ha indotto a quanto pare un cittadino a segnalare alle forze dell'ordine la scena alla quale aveva appena assistito. Lo straniero venne quindi denunciato ed era già stato condannato in primo grado, qualche anno fa.

L'imputato aveva però optato per il ricorso in appello: tramite i suoi legali, non aveva negato le accuse, ma si era difeso dicendo sostanzialmente di non aver mai portato il piccolo con sè a chiedere l'elemosina, prima di allora. Una giustificazione che non sembra tuttavia aver fatto breccia, visto che il ricorso è stato respinto. Questo perché, secondo i giudici d'appello, “ai fini dell’integrazione del delitto di impiego di minori nell’accattonaggio non è necessario che la condotta contestata sia abituale, ma è sufficiente anche un solo episodio di sfruttamento del minore”.

E dopo aver rilevato “come fosse stata provata la condotta di impiego del minore, suo nipote, per chiedere l’elemosina ai passanti mentre lui suonava la fisarmonica”, la Corte ha deciso di confermare il verdetto di condanna emesso in precedenza dal tribunale di Perugia.

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