Cronaca giudiziaria

Sbaglia a leggere il Corano, il padre lo frusta con il cavo del modem

Un uomo di fede islamica è stato accusato di maltrattamenti e lesioni nei confronti del figlio, quando vivevano a Siena: secondo l'accusa, lo avrebbe più volte picchiato per futili motivi

Sbaglia a leggere il Corano, il padre lo frusta con il cavo del modem

Avrebbe più volte picchiato il figlio, soprattutto per futili motivi. Anche quando, durante la lettura del Corano, commetteva errori di dizione. E per punirlo, non esitava a frustarlo, usando il cavo del modem e procurandogli vistose ferite. Per questa ragione, un padre di fede islamica è stato accusato di maltrattamenti e lesioni nei confronti del figlio adolescente, allontanato da casa nel 2019. La vicenda svoltasi in Toscana (a Siena) stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, risale a tre anni fa: a rendersi conto di come qualcosa non quadrasse fu un'insegnante della scuola che frequentava l'adolescente, la quale avrebbe notato le ferite che il ragazzo presentava sulle braccia.

Quest'ultimo le avrebbe quindi raccontato delle presunte violenze subite dal genitore e a seguito di ciò sarebbe stata la preside dell'istituto a sporgere denuncia. Il processo è iniziato nelle scorse ore e il pubblico ministero ha chiesto per l'uomo una condanna a tre anni di reclusione, oltre ad un risarcimento di 50mila euro. Anche perché il genitore lo avrebbe più volte umiliato, ricoprendolo di botte quando non obbediva ai suoi ordini. In casa, gli proibiva ad esempio di utilizzare il frigorifero, mentre talvolta lo mandava a scuola con indumenti particolarmente leggeri anche in pieno inverno. "Il padre era severo, se non stava sopra la media dell’8 lo picchiava. Poi lo studio del Corano - ha detto in aula il pubblico ministero Alberto Bancalà - a volte non riusciva leggendolo a pronunciare le parole in modo corretto e il padre andava in escandescenze. Nel dicembre 2018 lo colpì con un filo elettrico. Gli chiese anche di togliersi la maglia per non attutire le sferzate".

Un primo iter giudiziario è a dir la verità arrivato a conclusione: dopo aver scoperto della denuncia a suo carico, il musulmano avrebbe a sua volta denunciato l'erede, accusandolo di aver molestato la sorellastra di otto anni. Un accusa smontata dal tribunale dei minori, che si è pronunciato proprio nei giorni scorsi a favore dell'assoluzione (avendo ritenuto oltretutto non attendibili anche le dichiarazioni della bambina). In base al pm si sarebbe quindi trattato di una sorta di "ripicca" da parte del padre, il quale non avrebbe comunque negato di aver percosso il ragazzo. L'uomo peraltro non si troverebbe più nemmeno in Italia, visto che ormai da tempo si sarebbe trasferito a Londra insieme agli altri figli e alla nuova compagna.

Il dibattito proseguirà ad ogni modo in tribunale e la sentenza è prevista per il prossimo gennaio.

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