Cronaca giudiziaria

Altri guai per i parenti di Soumahoro. Bankitalia indaga sulle operazioni sospette della coop

Nelle motivazioni del riesame emergono dettagli rispetto all'inchiesta condotta dalla procura di Latina sulla cooperativa Karibù che era gestita dalla suocera del deputato. Al vaglio alcuni bonifici per l'estero

"Sono sospette". Le coop dei Soumahoro nel mirino di Bankitalia

Alcune delle operazioni effettuate negli anni dalla cooperativa Karibù sono finite sotto la lente della Banca d’Italia, che le ha segnalate come sospette. È l’ultima novità che trapela rispetto alle indagini della procura di Latina sulle cooperative per l’accoglienza dei migranti che erano gestite dai familiari del deputato Aboubakar Soumahoro.

Il riesame mette nel mirino anche i bonifici verso l'estero

Sono i giudici del tribunale del riesame di Roma, come spiega il quotidiano Latina Oggi, a citare i controlli della Banca d'Italia all’interno delle motivazioni con cui, nei giorni scorsi, è stato respinto il ricorso presentato da Marie Therese Mukamitsindo e Michel Rukundo, suocera e cognato di Soumahoro. Nello specifico, i fondi assegnati alla cooperativa sociale e agli altri enti coinvolti - hanno osservato i giudici del Riesame - in parte non rendicontati in parte destinati all’utilizzo anche all’estero, allo stato non chiariti, sono all’origine di alcune segnalazioni di operazioni sospette della Banca d’Italia.

Anche i figli di Marie Therese coinvolti nella gestione della cooperativa

I parenti di Soumahoro avevano presentato il ricorso per chiedere al riesame di annullare il provvedimento restrittivo consistente nel divieto per dodici mesi di esercitare uffici direttivi e gestire imprese. I giudici hanno respinto e confermato l’impianto accusatorio dei pm di Latina. Tra i passaggi delle motivazioni, i giudici del riesame hanno sottolineato, riferendosi ad alcune fatture del 2019 contabilizzate da Karibù, come le prestazioni ad essere collegate fossero inesistenti. In questo senso torna protagonista l’altra coop satellite, la Jambo Africa. “L’oggettiva inesistenza delle prestazioni fatturate da Jambo (per corsi di italiano, laboratori di cucina, laboratorio di cucito, mediazione culturale per un totale di 55.700 euro), si evince dal fatto che come accertato dalla Guardia di Finanza tramite l’accesso alla banca dati dell’Inps, la Jambo nel 2019 non aveva alcun dipendente e che come riferito da alcuni testimoni non esisteva più, tanto da non aver presentato alcun modello 770 per l’anno 2019”. Poi la questione dei bonifici, alcuni esteri, che vengono definiti sospetti dalla Banca d’Italia e sui quali la Finanza sta effettuando ancora accertamenti per comprendere meglio l’origine di quei soldi. Non va infatti dimenticato che la cooperativa Karibù gestiva ingenti somme di denaro provenienti da enti pubblici per gestire l’accoglienza dei migranti e dei minori non accompagnati.

I giudici, infine, hanno sottolineato come gli illeciti tributari contestati sarebbero avvenuti di comune acccordo e dunque la presidente Marie Therese Mukamitsindo non ha agito tenendo all'oscuro i figli, Rukundo e Liliane Murekatete, moglie del deputato Soumahoro.

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