Cronaca giudiziaria

"Non sto capendo niente". Il racconto choc della 18enne stuprata a Milano

L'insistenza nel voler uscire con lei dalla discoteca, poi il tentativo del bodyguard di evitarlo e, infine, lo stupro in condizioni psico-fisiche alterate: questo il racconto della 18enne che ha denunciato una violenza a Milano

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Andare in discoteca e rischiare lo stupro. Ormai non fa più notizia che le donne non siano più libere di uscire da sole, la sera, se non vogliono diventare prede sessuali. La china assunta dalle città italiane è gravissima e il racconto di una giovane di 18 anni, che ha accusato di essere stata violentata da un 23enne a Milano, ne è la conferma. Era la notte tra il 13-14 maggio 2023 e la ragazza aveva deciso di trascorrere una serata con alcune amiche in un noto locale del centro di Milano, il Tocqueville. Come spesso accade, a causa di quel bicchiere in più, lo stato psico-fisico della giovanissima era alterato e il suo presunto aguzzino, conosciuto poco prima, ne avrebbe approfittato.

"Mi ha subito detto di seguirlo ma io ho detto di no", ha detto la ragazza agli investigatori della squadra mobile che hanno lavorato sul suo caso. "Ricordo che è stato molto insistente e che io ho tentennato parecchio perché non mi andava di allontanarmi dalle mie amiche, specie in un posto che non conoscevo", ha aggiunto la giovane, che poi ha ceduto alla richiesta del 23enne. "Uno dei buttafuori ha detto al ragazzo 'no, non la fai uscire'. Forse aveva intuito che ci fosse un pericolo e che io non ero totalmente in me", ha detto ancora la ragazza ai poliziotti. Ma il presunto violentatore era determinato a portare a termine il suo proposito e quindi, mentendo, avrebbe detto alla sicurezza "di essere il suo fidanzato". In questo modo è stato libero di uscire con la 18enne.

Lui l'avrebbe portata in auto con sé e poi si sarebbero diretti in un parcheggio poco distante, isolato, dove ha potuto compiere la sua violenza raccontata dalla 18enne. Durante quei momenti terribili, la ragazza ricorda di avergli detto: "Sei uno stronzo, perché non sto capendo niente". Le sue amiche riusciranno a rintracciarla solo due ore dopo, sulla panchina all'esterno del locale dove lui l'aveva riportata, in evidente stato confusionale. Per il gip di Milano, Mattia Fiorentini, che ha firmato per disporre gli arresti domiciliari per il 23enne indagato, "non assume alcuna rilevanza la circostanza" della "assunzione di alcool o sostanze stupefacenti" da parte della vittima.

Anzi, al contrario, "l'abuso" indica "proprio il doloso sfruttamento" dello "stato di inferiorità" per "soddisfare le proprie pulsioni sessuali" riducendo la "persona" al "rango di oggetto".

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