Cronaca giudiziaria

"Silenzio". A Caivano ora c'è il coprifuoco: vietato parlare degli stupri

Parco Verde è un quartiere deserto: chi comanda ha imposto il coprifuoco. È vietato parlare degli stupri di gruppo, perché del branco farebbero parte anche i figli dei due potenti ras della droga

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Gli stupri di gruppo reiterati su due minori di 12 anni hanno scoperchiato per l'ennesima volta il vaso di Pandora sulla città di Caivano e, in particolare, sul Parco Verde. Nato come quartiere provvisorio all'inizio degli anni Ottanta, non prende il suo nome da un polmone ricco di vegetazione ma dalla pittura delle facciate di questa serie di palazzi prefabbricati. Degrado e abbandono sono sempre stati una delle caratteristiche di questa zona del Comune tra le province di Napoli e Casera, dove i giovanissimi iniziano fin dalla tenera età a conoscere il significato della parola "camorra" e dello spaccio. La malavita qui ha preso il sopravvento e sono troppi i casi di cronaca gravissimi che riguardano i minori.

In questi giorni il Parco Verde vive un momento di anomala tranquillità. Le strade e le piazze sono deserte, come se qualcuno avesse imposto il coprifuoco. Nessuno può girare per il quartiere: è troppo grande il rischio che qualche giornalista riesca a estorcere dai residente qualche parola di troppo, laddove bisogna chiedere il permesso di uscire di casa alle sentinelle dei cartelli della droga. Il motivo è semplice: nel branco responsabile delle violenze sulle due ragazzine ci sarebbero anche i figli di due ras dello spaccio del Parco Verde. Non due qualunque, ma tra i più potenti di questa zona.

Sono deserte le strade ma è deserta anche la chiesa di don Patriciello, parroco del quartiere da sempre in prima linea contro il degrado di questa zona. Non ci sono fedeli alle messe, è troppo rischioso. Le palazzine del Parco Verde sono state impacchettate sotto la coltre dell'omertà. Per chi osasse romperla, le conseguenze potrebbero essere gravissime. Non si deve parlare degli stupri: questo è l'ordine impartito nel quartiere a tutti. La camorra ormai sa come muoversi in questo scenario: fa in modo di minimizzare, mette in dubbio che sia successo e, nel caso fosse davvero accaduto, allora le famiglie e le vittime l'hanno meritato. E la parola dei boss, da queste parti, è la legge.

Ogni ras ha al soldo decine di affiliati, più o meno spregiudicati, pronti a tutto per obbedire al loro boss. Per certi versi, da queste parti esiste ancora una sorta di codice malavitoso, che non perdona le violenze sui bambini.

Il rischio è che da questi casi nasca una serie di ritorsioni e vendette capaci di scatenare una guerra di camorra all'interno del quartiere, da parte di chi sarebbe capace di usare questo scempio su due bambine per conquistare a colpi di pistola il dominio territoriale per lo spaccio della droga.

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