
Andrea Sempio sembra volersi mettere rapidamente alle spalle il capitolo Massimo Lovati per difendersi dall'accusa di omicidio in concorso di Chiara Poggi. Dopo aver destituito l'avvocato Lovati, che l'ha seguito fin dalla prima indagine del 2017, Sempio si è rivolto a Liborio Cataliotti, che affianca Angela Taccia nella difesa. L'approccio dei due legali "senior" è evidentemente opposto. L'obiettivo non dichiarato ma evidente è quello di creare discontinuità con il passato, con un pool difensivo tutto da ricostruire anche a fronte del fatto che poco prima di Lovati è andato via il generale Luciano Garofano, che a differenza dell'avvocato ha deciso in prima persona di lasciare l'incarico.
"La prima cosa che abbiamo concordato è di disinteressarci della posizione di Alberto Stasi, perché il suo ruolo non è classificabile. Il Gip lo ha coinvolto come persona interessata, il che ci dice che ci troviamo di fronte a una gigantesca anomalia di questo procedimento", ha dichiarato Cataliotti in un'intervista a Il Giorno. Un cambio difensivo a incidente probatorio in corso non è comune, ma il nuovo avvocato di Sempio sembra sicuro di sé e di come procedere: "Ci siamo già confrontati con la collega e a breve è previsto un incontro con uno dei nostri consulenti: a seconda di quello che ci dirà faremo valutazioni che abbiamo già concordato e che non collimano con le valutazioni ipotizzate dal collega Lovati. Era un’ipotesi dell’avvocata Taccia, ma bisogna aspettare, ora non è opportuno anticiparlo: l’incidente probatorio è in essere, i risultati non sono ancora acquisiti".
Potrebbe riferirsi al Dna sotto le unghie della vittima, visto che l'impronta 33 non è entrata nell'incidente probatorio e probabilmente la procura di Pavia non la farà mai entrare, visto che non esiste materialmente più ma solo in fotografia. Sul Dna ungueale, il nuovo consulente sostiene che "il problema non è l'attribuzione del dna, ma da dove derivi quel dna". Per il consulente, "Sempio non è entrato quel 13 agosto 2007 nella casa dei Poggi. Credo, e non credo di sbagliarmi, che l'ultimo giorno fu il 4 agosto di sera. Certo è vicino. Quindi quello potrebbe giustificare alcune tracce". Tuttavia, i critici contestano questa ricostruzione, perché sotto le unghie della vittima era assente il Dna del fidanzato, Stasi, visto la sera prima. O il mattino dell'omicidio se ci si attiene alla condanna.
L'avvocato non si sbilancia nemmeno sull'ipotesi di portare il fascicolo di Pavia a Brescia ma la valutazione è molto tecnica e interpretabile perché, spiega Cataliotti, "La connessione è regolata dall’articolo 12 e nella fattispecie dalla lettera C, per ipotesi di reato connesso per eseguirne od occultarne altro. Il reato di corruzione può essere ritenuto funzionale a occultare l’altro reato di omicidio o la responsabilità individuale?".
Una domanda che nasconde il vero nodo della questione ma che, per alcuni esperti del diritto, dovrebbe risolversi con il mantenimento delle posizioni attuali, perché l'omicidio era già stato scoperto ma non il responsabile.