Cronaca giudiziaria

Sui social i video dell'orrore degli scafisti: cosa facevano prima della strage

È stato un video pubblicato sui social dallo scafista minorenne a incastrare il turco Gun Ufuk, arrestato al confine con l'Austria per la tragedia di Cutro

Sui social i video dell'orrore degli scafisti: cosa facevano prima della strage

Mentre a sinistra si continua a non criminalizzare gli scafisti, puntando il dito sui corpi di soccorso dello Stato per la tragedia di Cutro, le indagini della procura di Crotone vanno avanti. I migranti che sono scampati al naufragio a pochi metri dalla riva hanno sempre raccontato che fossero quattro gli scafisti che li hanno condotti in Italia ma fino a ora quelli individuati erano stati solo tre. È stata fondamentale in tal senso l'analisi del telefono dei fermati, perché è lì che è stato trovato un video chiave per individuare il quarto soggetto che ha condotto i migranti allo schianto.

La clip è stata trovata su profilo social Snapchat di uno degli scafisti minorenni e incastrerebbe Gun Ufuk, il turco di 28 anni arrestato nella tarda serata di ieri dalla polizia di frontiera e dai carabinieri al confine con l'Austria. Al minorenne, che ora si trova recluso nel carcere minorile di Catanzaro, sono stati sequestrati gli oggetti in possesso al momento dell'arresto e, tra questi, anche il telefono, che è stato passato al setaccio degli investigatori per trovare tracce che potessero fornire informazioni utili sul naufragio. La smania social non ha risparmiato il giovane scafista, che sull'applicazione cinese, poco nota e poco diffusa nel nostro Paese, ha condiviso video relativi a quella traversata.

Il gip Michele Ciociola, davanti alle immagini, ha sostenuto che questi contenuti "dimostravano le responsabilità penali di Gun Ufuk, immortalato alla conduzione dell'imbarcazione e dei due cittadini pakistani che si dimostravano in posizione differenziata rispetto al resto dei migranti". Così si legge nell'ordinanza di custodia cautelare. Ufuk, così come raccontato dai testimoni, nel momento in cui il caicco ha raggiunto la secca, rimanendo in balia delle onde, sarebbe scappato abbandonando l'imbarcazione "senza prestare soccorso ai migranti".

Diversi migranti sostengono di averlo visto al timone dell'imbarcazione "insieme a un altro soggetto". Ed era lui che, sempre secondo quanto riportato dai presenti, "a volte scendeva personalmente in stiva per controllare le persone poiché il pakistano spesso litigava con noi migranti con atteggiamento provocatorio e non è stato fatto scendere in stiva".

In una settimana è riuscito a eludere i controlli e risalire tutta l'Italia, arrivando fino al confine austriaco dove è stato poi arrestato.

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