Il testimone morto, lo scontrino e Stasi: i misteri di Garlasco

Le Iene sono tornate sul caso di Garlasco proponendo alcuni contenuti datati, come le dichiarazioni della mamma di Stasi e un testimone ora deceduto, e un'intervista all'avvocato di Sempio

Il testimone morto, lo scontrino e Stasi: i misteri di Garlasco
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Nell'ultima puntata della stagione, Le Iene sono tornate sul caso di Garlasco con un'intervista nuova all'avvocato Massimo Lovati, legale difensore di Andrea Sempio, e con interviste d'archivio, effettuate alla mamma di Stasi 8 anni fa, poco dopo la morte del padre, e a un testimone di Garlasco, che ha anche fornito la testimonianza ai carabinieri, ormai deceduto. Il legale di Sempio, unico indagato di questa nuova fase delle indagini, sembra avere le idee molto sicure: non è stato il suo assistito a uccidere Chiara Poggi ma non è stato nemmeno Alberto Stasi. Lui parla di soggetti sconosciuti e con movente, che avrebbero aggredito la ragazza in casa perché avrebbe visto e scoperto troppo sul Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco.

Lovati parte da quello che per anni è stato il più forte "alibi" di Sempio, o meglio l'elemento che lo collocherebbe lontano da Garlasco quando, secondo la precedente indagine che ha portato alla condanna di Stasi, è stata uccisa Chiara. Non dà eccessiva importanza a quest'elemento, ribadisce che "lo scontrino non è un alibi, perché viene di moda quando c'è un'accusa. Lì non c'è stata mai un'accusa. [...] Si è ricordato che la mamma o il papà avevano tenuto questo scontrino e lo ha portato". Anche sulle telefonate fatta a casa Poggi nei giorni antecedenti il delitto dal suo assistito, l'avvocato ha le idee chiare: "Stava cercando Marco (Poggi, ndr), sennò cosa ha telefonato a fare?". Ma Marco Poggi in quei giorni sarebbe dovuto essere in montagna, in Trentino, con i genitori. E Sempio, che era molto amico del fratello di Chiara, lo avrebbe senz'altro dovuto sapere.

L'avvocato a Le Iene ha messo di nuovo in dubbio il racconto di Stasi, che secondo lui è "pieno di inesattezze" perché "quel muretto è alto due metri. Nel 2007 dovevano fare solo una cosa: facci vedere dove hai scavalcato, prendere le impronte e poi chiedere di scavalcare. Si capisce che è un racconto che gli hanno detto di dire". Secondo Lovati, Chiara avrebbe "scoperto cose compromettenti, c'era la pedofilia. Il mercoledì c'erano le purificazioni" al Santuario, dice l'avvocato, secondo il quale è stata uccisa da chi trafficava in uomini a quei tempi, che avrebbe anche minacciato Stasi di fare la stessa fine se avesse parlato.

Dagli archivi de Le Iene è stata estratta un'intervista fatta alla mamma di Alberto Stasi 8 anni fa con una microcamera nascosta, poi rivelata, nela quale la donna dice che, ai tempi, "hanno indagato solo su Alberto senza guardarsi intorno. Non è stato fatto tutto quello che dovevano fare, è un'ingiustizia totale". E si disse anche "convinta che verrà fuori la verità un giorno. Sono pienamente convinta dell'innocenza di Alberto".

Infine, Le Iene hanno portato la testimonianza di un uomo, ora morto, raccolta anche questa diversi anni fa, in cui questa persona avrebbe visto la bicicletta fuori dalla casa dei Poggi la mattina del 13 agosto 2007 verso le 8 del mattino ma, soprattutto, ha riportato una voce di paese, una delle tante che circolano in città così piccole. "Si mormora a Garlasco, par che...

", dice l'uomo, facendo nome e cognome di una persona che ai tempi avrebbe avuto una relazione con Chiara, oltre a Stasi. Questo testimone non c'è più, la sua testimonianza non potrà essere verificata. Ma in paese, di voci, ne girano sempre molte.

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