Drogava gli uomini e li derubava: il processo alla "mantide" della Brianza

La storia processuale di Tiziana Morandi, definita la Mantide della Brianza: la donna è stata condannata per avre drogato 9 uomini e averli derubati. Uno ha rischiato la vita

Drogava gli uomini e li derubava: il processo alla "mantide" della Brianza
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La storia della Mantide della Brianza approda in tv. Nuova puntata di “Un giorno in pretura” stasera alle 21.20 su Rai 2: in onda il processo di primo grado a Tiziana Morandi, 49enne originaria di Bellusco in provincia di Monza che era stata accusata di aver derubato alcuni uomini dopo averli drogati. Morandi è stata condannata a 16 anni e 5 mesi di reclusione e ora è in attesa del processo d’appello. Al termine della pena, se dovesse essere confermata, le sono stati comminati inoltre 3 anni di libertà vigilata.

Chi è la Mantide della Brianza

Morandi era già nota alle forze dell’ordine per furto e circonvenzione di incapace. Ma nell’agosto 2021 si è chiuso su di lei il cerchio delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla procura della Brianza a seguito alla denuncia sporta da 9 uomini che asserivano di essere stati drogati e poi derubati. La donna si era difesa parlando di mogli e fidanzate ingelosite e che in realtà si trattasse di un grande fraintendimento.

La ricostruzione degli inquirenti ha seguito quest’ipotesi: Morandi avrebbe contattato gli uomini attraverso i social network. Quando si sarebbero visti a casa sua, la donna avrebbe sciolto delle benzodiazepine nei drink e poi avrebbe portato loro via contanti, carte di credito e gioielli. I sopravvissuti avevano un’età compresa tra i 27 e gli 84 anni e in almeno un caso qualcuno avrebbe rischiato perfino la propria incolumità, come un 28enne di Trezzo sull’Adda intontito a tal punto di perdere il controllo dell’auto al ritorno da casa della “Mantide”. Le denunce le sono valse ben 21 capi d’accusa, tra cui rapina, utilizzo indebito di carte di credito e procurato stato di incapacità.

Le motivazioni della sentenza

Ad aprile 2024 sono state diffuse le motivazioni della condanna in primo grado di Morandi che - stando appunto alla sentenza - non avrebbe dato “alcun segno di pentimento”. La “Mantide” avrebbe agito con “spregiudicata lucidità” e a questo si deve aggiungere che le è stata riconosciuta una certa “serialità delittuosa”, che si sarebbe concretizzata in “una spia di spiccatissima pericolosità sociale”.

È stata evidenziata inoltre “la freddezza d'animo con cui tutti i gravi reati sono stati commessi”, tuttavia, al tempo stesso viene escluso che la donna

potesse aver agito in tal modo a causa di una patologia psichiatrica, anzi le è stata riconosciuta anche una “tendenza alla manipolazione”, oltre che la “pervasiva capacità criminale”.

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