Cronaca giudiziaria

Violenze e minacce al gazebo della Lega, sette anarchici indagati

La procura ha indagato sette militanti anarchici per l'assalto al gazebo leghista del 10 settembre scorso. "Episodio di rilevante gravità", dice la questura. Ma all'epoca regnò il silenzio progressista sul caso

Violenze e minacce al gazebo della Lega, sette anarchici indagati

Lo "squadrismo" rosso non fa rumore. Chissà perché. L'agguato anarchico al gazebo della Lega avvenuto lo scorso 10 settembre a Marina di Carrara era praticamente passato sotto silenzio. Salvo rare e apprezzabili eccezioni, da sinistra non si erano udite condanne né voci allarmate per il venticello anti-democratico di quei giorni di campagna elettorale. Eppure quell’episodio fu di "rilevante gravità". Lo ha riconosciuto la stessa questura di Massa Carrara, che ha affidato alla digos le indagini su quanto avvenuto contro il presidio leghista. E ora, al termine degli accertamenti coordinati dalla procura locale, sono scattate perquisizioni e misure cautelari con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per gli indiziati come responsabili.

L'indagine sull'agguato al gazebo leghista

Sette persone sono state infatti indagate con l'accusa di essere coinvolte nell'assalto di militanti della Lega impegnati nell'allestimento di un gazebo elettorale. Si tratta di soggetti vicini ai movimenti anarchici che quel giorno avevano improvvisato una manifestazione nelle vie cittadine. Secondo quanto spiegato dalla questura di Massa Carrara, l'attività investigativa, corroborata anche dalle immagini dell'impianto di videosorveglianza, ha permesso di risalire e individuare le "specifiche responsabilità individuali sfociate nella contestazione del reato di rapina e di altri reati minoritari, in capo a ciascun soggetto che si è reso a vario titolo responsabile dell'aggressione".

La "escalation di violenza" anarchica

In una nota, le autorità hanno comunicato che le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Lecce, Perugia e Crotone. Tale attività – a quanto si apprende - ha consentito di rinvenire "il corpo del reato e gli indumenti indossati dagli anarchici al momento dell'aggressione". Gli inquirenti hanno così potuto ricostruire quanto avvenuto lo scorso settembre, in un clima pre-elettorale tesissimo. "In una escalation di violenza un corteo improvvisato di circa 50 anarchici provenienti prevalentemente da altre province, sfilava tra le vie principali del centro di Marina di Carrara, da cui si sono sganciati alcuni manifestanti per percuotere e minacciare gli esponenti della Lega, mentre altri sottraevano il banchetto del partito e materiale di propaganda politica, portandoli via come trofei", ha spiegato la questura.

Il silenzio progressista e le accuse

Che strano, però: all’epoca dei fatti, dall'area progressista nessuno parlò di squadrismo o di spedizione punitiva come invece è stato fatto di recente per la scazzottata fuori da un liceo fiorentino. Secondo quanto appurato dagli inquirenti, però, quell'assalto fu tutt'altro che trascurabile. "Si è trattato, evidentemente, di un episodio di rilevante gravità", ha spiegato la questura, annotando come l'aggressione partì da "alcuni esponenti di un corteo estemporaneo di libertari anarchici" che "utilizzando violenza e minaccia, sottraevano il banchetto del partito della Lega ove era esposto materiale di propaganda elettorale".

L'attività di indagine – hanno aggiunto ancora gli inquirenti - ha portato a raccogliere "plurimi, concordanti ed oggettivi elementi di prova, idonei a delineare un quadro indiziario di rilevante gravità nei confronti delle persone indagate".

Elementi che il gip ha ritenuto tali da giustificare le misure cautelari dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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