Il Garante della Privacy ha multato per 40mila euro la casa di produzione cinematografica Quarantadue srl per gli audio utilizzati nella docuserie in 5 puntate sull'omicidio di Yara Gambirasio, in onda da luglio del 2024 su Netflix. Si tratta dei messaggi lasciati dai genitori della vittima sulla segreteria del cellulare della figlia nei giorni successivi alla scomparsa, all'epoca non ancora ritrovata, e di alcune conversazioni intercorse tra i due. Il Garante ha stabilito che quei 46 file audio non potranno più essere diffusi.
Quali sono gli audio vietati
Lo scorso settembre i coniugi Gambirasio, tramite i loro legali, gli avvocati Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta, avevano presentato un reclamo all'autorità competente chiedendo che fosse vietata la diffusione degli audio "registrati durante la fase delle indagini e mai utilizzati nel corso del processo" a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, l'ex muratore di Mapello condannato in via definitiva all'ergastolo per il delitto. Come riporta Repubblica.it, si tratta dei messaggi inviati da mamma Maura alla figlia 13enne, scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre del 2010 e ritrovata senza vita in un campo a Chignolo d'Isola nel febbraio del 2011, e di alcune telefonate intrattenute dalla donna con il marito nelle fasi concitate delle ricerche. Le registrazioni sono state trasmesse nei primi tre episodi della serie dal titolo "Il caso Yara - Oltre ogni ragionevole dubbio".
La difesa della società di produzione
Quarantadue srl, la casa di produzione cinematografica che ha realizzato la serie, ha spiegato che "le conversazioni inserite all’interno del documentario sono un estratto di qualche secondo di alcune intercettazioni telefoniche e/o ambientali autorizzate dall’autorità giudiziaria e confluite, quantomeno, nel fascicolo del pubblico ministero, ovvero semmai audio delle deposizioni rilasciate in tribunale nel corso del processo a carico di Massimo Bossetti acquisite agli atti". I produttori hanno dunque rivendicato "la legittima espressione del diritto di cronaca", precisando di aver chiesto ai coniugi Gambirasio di collaborare al docufilm (l'invito era stato declinato dalla coppia).
La decisione del Garante della Privacy
Secondo il Garante della Privacy, invece, sarebbe stato oltrepassato il limite di essenzialità dell'informazione e la diffusione degli audio rappresenterebbe una violazione della vita privata delle persone coinvolte loro malgrado nella tragica vicenda.
"La pubblicazione dei messaggi e delle conversazioni telefoniche, comprensive delle intime e sofferte esternazioni della madre, ha disatteso i principi su indicati, travalicando i confini del lecito e corretto esercizio del diritto di cronaca", sottolinea l'autorità competente. Da qui la decisione di comminare una multa del valore di 40 mila euro alla società produttrice della docuserie. I diretti interessati potranno presentare ricorso entro un mese.