
Ormai le follie dei seguaci dell’ambientalismo radicale fanno sempre meno notizia, anche in un paese come la Germania dove i Verdi sono ancora vivi e vegeti. Talvolta, però, le decisioni prese da alcuni esponenti particolarmente creativi lasciano davvero basiti. Da almeno tre anni, gli impiegati del Ministero dell’Ambiente tedesco devono lavarsi le mani con l’acqua fredda anche in pieno inverno e salire le scale a piedi per non incorrere negli strali dei dirigenti gretini. Pur di ridurre i consumi e le emissioni di Co2, infatti, il ministro ha imposto la rimozione degli scaldabagni dagli edifici presi in affitto a Berlino. A pagare il conto, ovviamente, il tartassato contribuente tedesco.
La morte del buonsenso
Come succede spesso con la sinistra, l’ideologia vince sempre su tutto, anche sul buonsenso. Il movimento ambientalista, che in Germania gode da sempre di un numero di consensi del tutto inconsueto nel Vecchio Continente, è passato da battaglie condivisibili, come la riforestazione o la lotta all’inquinamento dei fiumi, a veri e propri diktat che sembrano sempre più illogici. Specialmente quando al governo con la Spd, i Verdi vietano tutto, sempre e comunque, invece di provare a convincere i cittadini a comportamenti più eco-compatibili. Nel mirino, stavolta, è finita l’ex ministro dell’ambiente Steffi Lemke: nonostante nel novembre 2024 avesse dichiarato in un’intervista di aver sempre “promosso scelte assolutamente pragmatiche nell’interesse del popolo tedesco”, alcune delle circolari emesse in passato hanno fatto alzare parecchi sopraccigli.

L’inchiesta pubblicata oggi da Die Welt fa notare come nell’estate del 2022, pochi mesi dopo essere stata nominata, il ministero avesse identificato alcune misure singolari per contribuire alla “protezione del clima”. L’Agenzia Federale degli Immobili e il Ministero dell’Ambiente hanno ordinato che tutti gli scaldabagni fossero rimossi dagli edifici affittati nel quartiere berlinese di Mitte, operazione che è stata completata nel giro di un paio di mesi. Secondo un portavoce del ministero, interpellato dai colleghi tedeschi, “il Ministero conduce regolarmente degli audit per identificare misure in grado di ridurre i consumi energetici. Gli scaldabagni sono stati rimossi gradualmente e messi in magazzino dai proprietari degli immobili durante le normali ore di lavoro e sono parte del contratto d’affitto e gestione esistente. La manodopera non è stata pagata a parte”. Il ministero, però, non sa dire esattamente quanto sia costata questa follia.
Le scale fanno bene all’ambiente
Visto che i motori elettrici degli ascensori consumano parecchio, gli impiegati del ministero sono stati “invitati” a fare le scale a piedi: il portavoce specifica che “non è stato imposto nessun divieto ma gli amministratori degli immobili hanno affisso un cartello con scritto: per risparmiare energia vi chiediamo di usare le scale, se possibile, invece dell’ascensore”. Il risultato di queste misure assurde? Nessuno lo sa.

Il portavoce ha detto che “non è stata misurata la quantità di energia risparmiata ma la decisione è stata comunque positiva, visto che i risparmi energetici supereranno il costo degli scaldabagni nel lungo periodo”. Come diceva a suo tempo l’economista Keynes, nel lungo periodo saremo tutti morti.
Nel frattempo, il nuovo ministro dell’ambiente Carsten Schneider (Spd) non ci pensa nemmeno a cancellare queste assurde misure. Chi se ne frega se i funzionari si beccheranno un raffreddore o si faranno male: pur di alimentare l’ambientalismo radicale, tutto fa brodo.