Cartelli narcos e “tsunami bianco”: così la Francia di Macron è travolta dalla droga

Secondo un rapporto della polizia, la droga entra in quantità sempre superiori in Francia, arrivando con metodi estremamente sofisticati. L'arrivo dei cartelli messicani sta facendo aumentare la violenza

Cartelli narcos e “tsunami bianco”: così la Francia di Macron è travolta dalla droga

Uno tsunami bianco. Questa è l’espressione usata dai responsabili dell’Ufficio anti-stupefacenti per descrivere la marea di cocaina e altre droghe che sta sommergendo la Francia. Secondo il ministro dell’interno Bruno Retailleau, questa sarebbe una minaccia mortale per il nostro paese”. Basta dare una scorsa alle 62 pagine fitte di dati e prove, per rendersi conto di come non si tratti affatto di un’esagerazione: i cartelli della droga stanno inventandosi modi sempre più creativi per far arrivare immense quantità di droga nel paese transalpino, considerato evidentemente il ventre molle del Vecchio Continente. Le conseguenze sono devastanti per la società francese, dove almeno 3,7 milioni di persone avrebbero provato almeno una volta la cocaina, sempre più economica vista l’esplosione della produzione della polvere bianca, che avrebbe superato le 4.000 tonnellate nel 2024.

Polizia, una lotta impari

Secondo il reportage del giornale Le Monde, i narcos sono sempre più creativi, tecnologicamente avanzati e determinati, cosa che mette la polizia di fronte a una lotta impari. Secondo il vice-direttore dell’Ufficio anti-stupefacenti Christian de Rocuigny, “il livello record dei sequestri è prova della grande disponibilità delle droghe sul nostro territorio, una minaccia sempre più grave sia per la sicurezza che per la salute dei nostri cittadini. È una lotta asimmetrica che vede le forze di polizia e giudiziarie al limite estremo delle proprie forze”. I metodi per trasportare la droga sono sempre più creativi: oltre ai tradizionali panetti nascosti in statuette votive, protesi al seno e chi più ne ha più ne metta, l’ultima novità è il cosiddetto “blocco chimico” che consente di dissolvere la cocaina in un solvente da aggiungere a shampoo o creme, per poi estrarla una volta arrivata in Francia.

Droga sequestro 2019

Se i cartelli hanno installato i primi laboratori negli anni ‘70, quando la French Connection vedeva l’eroina lasciare la Francia verso gli Usa, il ritrovamento di venti chilogrammi di cocaina grezza in un laboratorio nel pieno centro di Parigi non fa che provare quanto i cartelli si sentano in grado di operare davvero ovunque. Visti i 5.500 chilometri di coste e la sua posizione centrale, la Francia sarebbe la destinazione ideale per una lunga serie di traffici criminali: cannabis dal Canada, cocaina in container dai Caraibi o tramite corrieri dal Peru, eroina dall’Afghanistan, prodotti per le droghe sintetiche dalla Cina eccetera. Secondo il rapporto, “la droga entra nel territorio francese da tutte le frontiere e con una varietà enorme di mezzi, spesso facendo scalo in Martinica ma anche via posta, traghetto, treno e aerei cargo”. Ad attendere le droghe, un gran numero di gang criminali che vanno dalla tradizionale mafia corsa fino alle gang marocchine che controllano la diffusione della cannabis nelle città. Questi gruppi si spartiscono un mercato interno valutato in circa sette miliardi di euro all’anno, con i trafficanti di cannabis che si stanno spostando progressivamente verso il mercato della cocaina, che ha margini decisamente superiori.

Dal cartello di Sinaloa alla ndrangheta

Il rapporto dell’Ofast parla di tre livelli di organizzazioni criminali: le più potenti hanno accesso ai narcos sudamericani e controllano l’importazione della cocaina, mentre i grossisti sono esperti nella distribuzione delle droghe sul territorio metropolitano e l’eliminazione della concorrenza nelle strade. Al livello più basso, gli spacciatori, spesso giovanissimi, che vendono al dettaglio spesso consegnando a domicilio la droga: le case dello spaccio si sarebbero quasi dimezzate nel giro di quattro anni perché sono state sostituite da un metodo preso dal servizio di affitti AirBnb, le cassette con codice che, invece delle chiavi, contengono droga. Il traffico di stupefacenti, ormai, arriva ovunque: secondo le autorità non ci sono più zone franche. Oltre ai trafficanti francesi, ci sono parecchie organizzazioni criminali internazionali che puntano sulla Francia: dalla 'ndrangheta calabrese alla Mocro Maffia olandese-marocchina ai clan albanesi. Più recente, invece, lo sbarco del violento cartello di Sinaloa, quello degli eredi del Chapo, che sta facendosi strada tra le gang turche, senegalesi e nigeriane in molte città. A complicare la vita delle forze dell’ordine, il fatto che la violenza sia diventata la normalità, alimentata da una contro-cultura della droga che sembra quasi glorificare l’omicidio: il fatto che il numero di morti negli scontri tra le gang sia aumentato del 33% in tre anni non sarebbe affatto un caso.

Spaccio Rogoredo

La mappa della violenza legata alla droga sta cambiando giorno dopo giorno: se una volta gli scontri si concentravano nelle grandi città, la violenza sta allargandosi anche nelle periferie e perfino in città più isolate come Digione. Il rapporto cita anche il “tariffario” delle gang: da duemila euro per malmenare chi non paga ai cinquemila richiesti per eliminare fisicamente un avversario. L’uso dei social media sta diventando la norma: online si reclutano le nuove leve, ci si vanta degli attacchi alle gang rivali ma si fidelizza anche la clientela. Il problema più serio è che queste bande di criminali sarebbero in grado di esercitare influenza in molte comunità, così da diventare intoccabili a casa propria.

Per ingraziarsi la popolazione, spesso decidono di dare una mano ai cittadini: nel quartiere Escanaux della cittadina di Bagnols-sur-Cèze, gli spacciatori hanno messo nella cassetta delle lettere dei cittadini un volantino che offre servizi di bricolage o forniture scolastiche per ripagarli del “disagio” procurato dallo spaccio della droga.

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