La portaerei USS Gerald R. Ford, la più grande del mondo, è entrata ieri nella zona di competenza del comando meridionale degli Stati Uniti (Southcom). Secondo il Pentagono, la missione ha lo scopo di contrastare le organizzazioni criminali transnazionali e il narcotraffico, un chiaro avvertimento nei confronti del regime di Nicolás Maduro. La Gerald R. Ford trasporta quattro squadriglie di caccia F/A-18E Super Hornet ed è accompagnata, tra gli altri, da tre cacciatorpediniere lanciamissili.
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— Rep. Carlos A. Gimenez (@RepCarlos) November 11, 2025
Desde el Congreso de Estados Unidos, puedo confirmar que nuestro portaaviones más grande, el USS Gerald R. Ford, ha ingresado al área de control del Comando Sur en el Atlántico, para incorporarse al despliegue militar contra el Cártel de los Soles. Fuerza y fe. pic.twitter.com/4IoJp1tCC5
Da Caracas, il governo venezuelano ha reagito definendo l’arrivo della portaerei come una minaccia diretta alla sovranità nazionale. Il ministero della Difesa ha annunciato un “massiccio spiegamento di forze terrestri, navali, fluviali, aeree e missilistiche” nell’ambito di un piano di difesa ordinato dal presidente Maduro. Secondo fonti internazionali, circa duecentomila militari sono stati posti in stato di allerta per prevenire eventuali operazioni statunitensi nella regione.
La crisi si complica ulteriormente con la decisione del Regno Unito di sospendere la condivisione di informazioni d’intelligence con gli Stati Uniti riguardanti le imbarcazioni sospettate di traffico di droga nei Caraibi. Londra teme che tali dati possano essere utilizzati per giustificare azioni militari che violano il diritto internazionale. Dallo scorso settembre, infatti, sono stati segnalati diversi attacchi contro imbarcazioni ritenute coinvolte nel narcotraffico, che avrebbero causato decine di vittime. La sospensione dei flussi informativi, avviata da oltre un mese, rappresenta una frattura significativa tra due alleati storici nella lotta alla criminalità organizzata.
Le reazioni nella regione non si sono fatte attendere. I governi di Brasile, Colombia e Messico hanno espresso preoccupazione per un’escalation militare nel Mar dei Caraibi, invitando alla moderazione e al rispetto del diritto internazionale. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha sottolineato la necessità di un approccio multilaterale nella lotta al narcotraffico, mentre il colombiano Gustavo Petro ha parlato di “un passo pericoloso verso la destabilizzazione regionale”.
Maduro, in un discorso trasmesso dalla televisione nazionale, ha definito la presenza della portaerei americana “una provocazione imperialista” e ha promesso che il Venezuela “difenderà la propria sovranità con tutti i mezzi necessari”. Il Venezuela ha annunciato l'avvio di una "mobilitazione di massa" di personale militare, armi ed equipaggiamenti.
Forze terrestri, aeree, navali e della riserva svolgeranno una serie di esercitazioni fino a mercoledì. Oltre alle unità militari regolari, le esercitazioni coinvolgeranno la Milizia Bolivariana, una forza di riserva composta da civili creata dal defunto presidente Hugo Chávez.