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"Assalti con machete". Atti di pirateria tra migranti in Tunisia

I subsahariani puntano il dito sui sudanesi, definiti "terroristi" e "animali selvatici": dopo aver assaltato i barchini, i pirati sbarcano nel nostro Paese

"Assalti con machete". Atti di pirateria tra migranti in Tunisia
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Lampedusa è tornata a riempirsi dopo alcune settimane di tregua. Dalle coste del nord Africa hanno lanciato la sfida a Giorgia Meloni e all'Europa, che sta cercando soluzioni valide per fermare le partenze e, quindi, ridurre le morti in mare. I migranti hanno preso le iniziative europee, che si stanno sviluppando di concerto con la Tunisia, come una scommessa e sono sempre di più quelli che tentano di prendere il mare per arrivare in Italia. Ma c'è un nuovo fenomeno che sembra svilupparsi davanti alle coste tunisine e che vede la genesi di gruppi che si fanno la guerra tra di loro, anche con atti di pirateria.

Nel grande universo delle migrazioni irregolari dalla Tunisia si possono distinguere due macro-divisioni: da una parte i locali e dall'altra i subsahariani. Le due compagini non salgono mai sugli stessi barconi ma il racket dell'immigrazione è nelle mani dei tunisini, che pretendono dagli altri una sorta di mazzetta per partire. I subsahariani denunciano da tempo gli attacchi dei tunisini e questa è storia nota ma ora, all'interno del grande gruppo dei sub-sahariani, sembrano esserci gravissime divisioni tra le diverse etnie. "Sfax, attenzione ai sudanesi: assalti vicino alla costa con machete e coltello. Sono ripartiti con la barca dei feriti", riferisce uno dei megafoni delle vicende migratorie in Tunisia. Stando alle ricostruzioni, i sudanesi assalterebbero le barche, le riporterebbero a riva facendo scendere gli occupanti e poi le caricherebbero con nuovi migranti scelti da loro, recuperando così le barche a costo zero.

Il fenomeno appare inquietante, perché significa che sono iniziati gli atti di pirateria a ridosso della costa Tunisia con l'obiettivo di sottrarre i barconi e riusarli per altre traversate. Il fenomeno è recente, in passato si denunciavano i furti dei motori ma azioni condotte con machete e coltelli, alla stregua di quelle piratesche che si registrano nel corno d'Africa, non si erano mai verificate. È lecito supporre che ci sia un rafforzamento della mafia africana in nord Africa e che, molti di questi individui, prima o poi, prendano il mare insieme ad altri per raggiungere le nostre coste, visto che ci sono già testimonianze di questo tipo. "La barca rubata dai sudanesi, e che ha lasciato in riva al mare i passeggeri feriti, è andata a Lampedusa", si legge in un aggiornamento. Risalendo agli sbarchi avvenuti ieri a Lampedusa si ha effettivamente traccia di persone di origine sudanese tra i 119 migranti che alle 18 di risultavano essere arrivate con tre barchini. Non se ne conosce la nazionalità, ma uno di loro risultava essere ferito a un braccio.

Cosa cambia ora nelle dinamiche migratorie? È presto per dirlo ma le incursioni di questo tipo potrebbero influire sulle organizzazioni interne. Tra i migranti, infatti, ora c'è paura: "Dall'arrivo dei sudanesi nel Maghreb è tutto rovinato per le partenze. Marocco, Libia e Tunisia sono fottute. Sono terroristi di prima classe". I sudanesi vengono addirittura definiti "animali selvatici" dagli altri subsahariani. Incursioni di questo tipo pare si stiano moltiplicando: "Il nostro gruppo ne è stato vittima la settimana scorsa ma se ne sono pentiti.

State molto attenti e state all'erta dopo il lancio, perché vi tagliano la strada". Si stanno organizzando addirittura gruppi di guardie armate a bordo dei barconi per far fronte a questa situazione, che potrebbe avere ripercussioni anche sul nostro Paese.

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