Si apre uno spiraglio per Julian Assange, l'attivita australiano che nel 2010 tramite WikiLeaks rivelò alcuni documenti statunitensi secretati, denunciando alcuni crimini di guerra in Iraq e in Afghanistan. L'Alta Corte britannica ha deciso che potrà presentare un nuovo ricorso contro la sua estradizione negli Stati Uniti. I giudici hanno chiesto al governo degli Stati Uiti di fornire garanzie sul fatto che, se estradato, i suoi diritti verranno rispettati. In primo luogo che non rischierà la pena di morte. A Washington sono state date tre settimane per fornire tali garanzie. C'è da dire che il Primo Emendamento della costituzione americana garantisce la la libertà di parola. Ma i giudici di Sua Maestà chiedono una precisazione esplicita.
"Se tali assicurazioni non verranno fornite, verrà concesso il permesso di ricorrere in appello e poi ci sarà un'udienza di appello", si legge in una sintesi della sentenza diffusa dalla Bbc.
Cinquantadue anni, Assange porta avanti dal 2010 una dura battaglia con il governo britannico per evitare l'estradizione negli Stati Uniti, dove intendono processarlo per aver pubblicato circa 700mila documenti militari e dispacci diplomatici riservati di Washington. Dal 2019 è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, dopo aver trascorso alcuni anni nella sede diplomatica dell'Ecuador, sempre a Londra, dal 2012 al 2019.
Diciotto i capi di imputazione che gravano sull'australiano, per un rischio di pena complessiva - in caso di condanna - di 175 anni di carcere. L'accusa principale è di aver violato il National Espionage Act, la legge sullo spionaggio americana, che risale al 1917.
Per gli Stati Uniti Assange
è andato ben oltre il giornalismo e, con la sua condotta, avrebbe ''messo a rischio diverse vite" (agenti sotto copertura e non solo). Proprio per questo motivo deve essere estradato per affrontare la giustizia americana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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