Cronaca internazionale

"Attacchi finanziati dall'estero". Lula prepara la risposta all'assalto di Brasilia

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva stima che gli atti terroristici messi in atto ieri dai sostenitori di Jair Bolsonaro "siano finanziati da uomini d'affari anche all'estero"

"Attacchi finanziati dall'estero". Lula prepara la risposta all'assalto di Brasilia
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Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ritiene che gli atti sovversivi messi in atto dai sostenitori di Jair Bolsonaro in Praça dos Três Poderes sarebbero stati finanziati da uomini d'affari che difendevano un colpo di stato. Lula ha ricevuto informazioni secondo cui l'elenco dei finanziatori comprenderebbe imprenditori agroalimentari e altri tycoon con collegamenti all'estero e che in passato avrebbero già finanziato diversi atti antidemocratici.

L’accusa di Lula

Secondo quanto riportato da Estadao, Lula ha affermato che dietro le quinte del vandalismo al Congresso, al Palazzo Planalto e alla Corte Suprema Federale (STF) potrebbe esserci il "malvagio agrobusiness".

La valutazione al Planalto è che il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha, e il segretario alla Sicurezza, Anderson Torres – che si trova negli Stati Uniti ed è stato appena licenziato – fossero collusi con la rivolta. Il presidente brasiliano è anche convinto che l'ex presidente Bolsonaro abbia incoraggiato una rivolta sin dalla sua sconfitta alle urne.

Dubbi, congetture e ipotesi plausibili, certo, ma che devono tuttavia essere dimostrate con prove certe e concrete. "I golpisti che hanno promosso la distruzione del patrimonio pubblico a Brasilia sono stati individuati e saranno puniti. Domani si riprende a lavorare al Palazzo Planalto. Democrazia sempre" ha in ogni caso twittato Lula che, al suo ritorno a Brasilia, ha ispezionato gli edifici saccheggiati dai manifestanti.

La risposta del governo brasiliano

Il governo è impegnato tanto a rintracciare i colpevoli – al momento si segnalano oltre 400 arresti – quanto a ricostruire ciò che è avvenuto. Lula ha convocato una riunione di emergenza dei 27 governatori per affrontare la questione degli assalti antidemocratici. L'incontro è stato organizzato dal ministro della Giustizia, Flavio Dino. Il leader brasiliano dovrebbe incontrare anche i presidenti del Congresso e del Tribunale federale.

Lula, come detto, ha visitato i luoghi colpiti dagli attacchi dei bolsonaristi, il Palazzo presidenziale Planalto, la Corte Suprema e il Congresso. Nel tribunale federale è stato ricevuto dal presidente Rosa Weber, e dai giudici Dias Toffoli e Luìs Roberto Barroso.

Lula si trovava ad Araraquara mentre infiammavano le violenze. Ha comunque parlato alla Nazione condannando gli attacchi e le violenze dei manifestanti. "Non succederà più scopriremo chi ha finanziato tutto questo", ha subito promesso.

Pugno duro

Lo stesso Lula ha quindi parlato di eventi "senza precedenti nella storia del Brasile". Il capo dello Stato ha posto la polizia locale sotto il comando delle forze federali fino al 31 gennaio per assumere la sicurezza a Brasilia, dove la polizia è stata totalmente sopraffatta dagli attacchi dei bolsonaristi.

"Hanno approfittato del silenzio di domenica, quando ancora stiamo componendo il governo, per fare quello che hanno fatto. E si sa che ci sono diversi discorsi dell'ex presidente che li hanno incoraggiati. E questa è anche responsabilità sua e dei partiti che lo hanno sostenuto", ha scritto Lula, sempre su Twitter, in merito al suo predecessore, Jair Bolsonaro, e all'assalto dei suoi sostenitori ai palazzi istituzionali di Brasilia.

Lula ha poi accusato Bolsonaro di aver infiammato i suoi sostenitori, mentre gli alleati dell’attuale presidente hanno anche sollevato interrogativi su come le forze di pubblica sicurezza della capitale fossero così impreparate di fronte ai rivoltosi che da giorni pianificavano sui social media di riunirsi per manifestare nel fine settimana.

La caccia ai colpevoli prosegue.

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