Si incendiano sempre più i cieli del Medio Oriente. Terza missione in otto giorni per i bombardieri strategici americani B-1, che si sono alzati in volo portando a compimento missioni nell'area di competenza dell'Uscencom, dimostrando la loro capacità di proiettare rapidamente la loro potenza in combattimento. Un messaggio preciso che Washington vuole inviare ai nemici nell'area (innanzitutto l'Iran) sguinzagliando il simbolo delle ultime guerre nell'area. Negli stessi cieli sembra essere ricomparsa anche una vecchia gloria, l'aereo spia U2 diretto alla base di Akrotiri a Cipro, presumibilmente in seguito a una missione di ricognizione su Gaza.
On November 8, 2023, and for the second time in three days, a U.S. B-1 Lancer conducted a mission over the U.S. Central Command area of responsibility. U.S. F-16s escorted the bomber. pic.twitter.com/VsXYPyEWsZ
— U.S. Central Command (@CENTCOM) November 8, 2023
I B-1 e il dispositivo di guerra nell'area
I B-1 prendono parte al dispositivo di guerra messo in campo dagli Stati Uniti all'indomani dell'attacco di Hamas del quale fanno parte il gruppo di assalto della portaerei Gerald P. Ford, che include un’ala aerea imbarcata, incrociatori e cacciatorpediniere di accompagnamento. Ad una settimana dagli attacchi era stata la volta anche della Uss Dwight Eisenhower e del suo gruppo d’assalto a cui è stato ordinato di raggiungere la Ford con il compito di “scoraggiare azioni ostili” o di ampliare gli attacchi a Israele. Le portaerei possiedono un ruolo primario in questo tipo di scenario poiché servono come centri operativi di comando e controllo, fungendo da base di decollo per gli aerei di sorveglianza E2-Hawkeeye: questi ultimi servono a rilevare tempestivamente il lancio di missili, effettuano missioni di sorveglianza e gestiscono lo spazio aereo.
For the third time in eight days, B-1 Lancers conducted missions in the USCENTCOM area of responsibility demonstrating the ability to rapidly project combat power. pic.twitter.com/uRk5qRYVfC
— U.S. Central Command (@CENTCOM) November 13, 2023
I B-1 protagonisti degli ultimi conflitti in Medio Oriente: un messaggio ai nemici?
Negli anni sessanta l'Usaf avviò il programma Amsa per realizzare un nuovo bombardiere che avrebbe sostituito i grandi B-52, che possedevano un profilo di missione ritenuto non più idoneo a garantire l'affondo nel sistema di difesa aerea sovietico. L'idea era che la combinazione di alta velocità e contromisure elettroniche potesse garantire maggiore successo nelle missioni di bombardamento nucleare. Il programma procedette velocissimo poiché è l'Usaf richiedeva 240 esemplari entro il 1979. Concepiti per assicurare la rappresaglia contro un attacco nucleare, necessitavano di un sistema di decollo in tempi estremamente rapidi. Nel 1981 il presidente Reagan decise di resuscitare il programma B-1: i nuovi esemplari avrebbero dovuto penetrare sotto l'orizzonte radar del nemico, volando a quote basse, nell'ordine di poche decine di metri dal suolo.
Il B1-B è entrato in servizio nel 1985 e tutti i cento esemplari di serie vennero consegnati nei cinque anni seguenti. La suite di protezione elettronica, tuttavia, causò grandi problemi nel tempo: gli apparati di contromisure interferivano tra loro e con il sistema radar di navigazione e attacco. Per questa ragione, per molti anni non è stato consentito a questi velivoli di prendere parte ammissioni operative reali. A partire dalla seconda metà degli anni 90 i problemi del B-1 B hanno iniziato a trovare soluzione, omologando il velivolo all'impiego di armamento convenzionale. Questo gli ha consentito di essere protagonista nel 1988 nelle missioni di bombardamento nel corso dell'operazione Desert Fox contro l'Iraq, e ancora nel 1999 contro la Serbia, in Afghanistan durante l'operazione Enduring Freedom nel 2001 e nell'invasione dell'Iraq nel 2003.
Nuovi raid aerei americani in Siria
S'incendia il fronte di guerra regionale, dal Libano alla Siria, tra Iran, Stati Uniti e Israele, con intensi botta e risposta tra gli Hezbollah sul nord dello Stato ebraico e raid aerei israeliani sul sud del Libano. Le truppe americane e internazionali di stanza nel nord-est della Siria sono state prese di mira almeno quattro volte in meno di 24 ore con droni e razzi. Lo ha affermato un funzionario del Pentagono, precisando che non ci sono state vittime e solo lievi danni alle infrastrutture. Secondo quanto riferito dalla Reuters, ci sono stati tre attacchi ieri e uno stamane. In risposta agli attacchi, le forze armate statunitensi hanno sferrato una serie di raid aerei contro strutture di gruppi militanti vicini all'Iran, prendendo di mira obiettivi collegati all'ondata di recenti attacchi contro le truppe statunitensi di stanza e nel vicino Iraq. In una nota, il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha affermato che gli ultimi attacchi sono stati effettuati nella serata di ieri contro strutture utilizzate dal Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica iraniana e contro gruppi affiliati a quest'ultima nella Siria orientale. Quella tra il 12 e 13 novembre è stata la terza sortita americana in meno di un mese.
Tra gli obiettivi degli attacchi aerei, Austin ha menzionato un centro di addestramento vicino alla città di Abu Kamal e una "casa sicura" nei pressi di Mayadin. Il presidente Joe Biden ha diretto l'operazione, ha aggiunto il segretario, "per chiarire che gli Stati Uniti difenderanno se stessi, il loro personale e i loro interessi". Un funzionario della Difesa anonimo citato dal Washington Post ha riferito che il centro di addestramento ad Abu Kamal era utilizzato anche per lo stoccaggio di armi e munizioni, e che dopo l'attacco aereo sono state osservate sul sito esplosioni secondarie. Sarebbero almeno otto i combattenti di milizie filo-iraniane uccisi nelle operazioni confermate dagli Usa nell'est della Siria. Lo riferisce la tv satellitare Al-Jazeera, che cita l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo.
Un nuovo bombardiere Usa
Nel frattempo, Washington tira fuori il coniglio dal cilindro: il bombardiere B-21 "Raider" dell'aeronautica Usa ha effettuato il suo primo volo venerdì, l'ennesimo passo verso il lancio di una nuova flotta di bombardieri stealth con capacità nucleare a lungo raggio costruiti da Northrop Grumman. Il velivolo, che ha una caratteristica forma ad ala, è decollato da Palmdale, in California, all'alba alla presenza di una trentina di giornalisti, fotografi e appassionati di aviazione, secondo quanto riportato dai media presenti.
Sarà in grado di trasportare sia armi convenzionali che nucleari in tutto il mondo grazie ad una capacità di rifornimento sia a lungo raggio che a mezz'aria e avrà un costo di circa 750 milioni di dollari. L'Air Force Usa prevede di acquistarne almeno 100. "Il B-21 Raider è in fase di test di volo, un passaggio fondamentale per noi", ha dichiarato Ann Stefanek, una portavoce dell'aeronautica americana.
Il bombardiere era stato presentato pubblicamente a dicembre 2022 e in quell'occasione il segretario alla difesa Lloyd Austin lo aveva definito "la massima espressione della deterrenza all'americana". "Non è solo un altro aereo. È l'incarnazione della determinazione dell'America nel difendere la repubblica che tutti amiamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.