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"Tramava contro l'ordine pubblico". 10 anni di carcere al Nobel per la Pace

Un tribunale bielorusso ha condannato il premio Nobel per la Pace, Ales Bialiatski, per presunto contrabbando e finanziamento di "attività che violano l'ordine pubblico". Ue: "Processo farsa"

"Tramava contro l'ordine pubblico". 10 anni di carcere al Nobel per la Pace

Ales Bialiatski, premio Novel per la Pace, è stato condannato a dieci anni di prigione da un tribunale della Bielorussia, suo Paese di origine. Lo si apprende da una dichiarazione del Viasna Human Rights Centre fondato dall'attivista per i diritti umani. La motivazione della sentenza: presunto contrabbando e finanziamento di "attività che violano l'ordine pubblico".

L'arresto di Bialiatski

"Le autorità governative hanno ripetutamente cercato di mettere a tacere Bialiatski che dal 2020 è in prigione senza processo nonostante le tremende difficoltà personali, Bialiatski non ha ceduto di un passo nella sua lotta per i diritti e la democrazia in Bielorussia", fa sapere il suddetto Viasna Human Rights Centre. Ricordiamo, infatti, che Bialiatski, insieme ad altri esponenti del centro per i diritti umani, è in carcere dal luglio 2021. Il processo era cominciato a gennaio.

All'attivista bielorusso è stato conferito il Nobel per la Pace del 2022, insieme all'associazione per i diritti umani russa Memorial e all'organizzazione per i diritti umani ucraina il Centro per le libertà Civili.

Nella motivazione Bialiatski veniva descritto come "uno degli iniziatori del movimento per la democrazia emerso a metà degli anni 80 in Bielorussia, che ha dedicato la sua intera vita a promuovere la democrazia e lo sviluppo pacifico del suo Paese".

Nel 1996 ha fondato l'organizazizone Viasna, che significa Primavera, che poi si è trasformata in un'ampia organizzazione per i diritti umani che documenta e protesta contro il ricorso alla tortura sui prigionieri politici.

Il verdetto di Minsk

Ales Bialiatski è stato arrestato nel 2021 in seguito alle massicce proteste di piazza per le elezioni ampiamente contestate dell'anno precedente. È stato accusato di contrabbando di denaro in Bielorussia per finanziare attività di opposizione.

La moglie di Bialiatski, Natalya Pinchuk, ha detto che il processo è stato "ovviamente contro i difensori dei diritti umani per il loro lavoro sui diritti umani". Lo ha descritto come un verdetto "crudele".

Riferendosi alle lettere del marito dal carcere, dove è detenuto dall'arresto, ha quindi aggiunto: "Scrive sempre che va tutto bene. Non si lamenta della sua salute, cerca di non turbarmi". Kostya Staradubets, portavoce di Viasna, ha affermato che le condanne inflitte ai tre attivisti "ci spezzano il cuore".

La posizione dell'Ue

L'alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha espresso la propria posizione in una nota. "Oggi un tribunale di Minsk ha condannato i membri del Centro per i diritti umani Viasna, tra cui il suo presidente e premio Nobel per la pace Ales Bialiatski, il vicepresidente Valiantsin Stefanovic, Zmitser Salauyou (processato in contumacia) e l'avvocato Uladzimir Labkovich, rispettivamente a dieci, nove, otto e sette anni di carcere con accuse false e politicamente motivate", si legge nel comunicato.

"L'Unione Europea condanna con la massima fermezza questi processi farsa, che rappresentano un altro terribile esempio del tentativo del regime di Lukashenko di mettere a tacere coloro

che si battono in difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali del popolo bielorusso. Lukashenko non ci riuscirà. La loro richiesta di libertà è forte, anche dietro le sbarre", ha quindi concluso Borrell.

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