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Da Brandon Lee a Gene Hackman: le morti che hanno sconvolto Hollywood

Omicidi, incidenti e dipendenze: da Sharon Tate a Matthew Perry e James Dean passando per Marilyn Monroe, la lunga scia di tragedie che continua a inseguire la fabbrica dei sogni

Da Brandon Lee a Gene Hackman: le morti che hanno sconvolto Hollywood

Hollywood è la fabbrica dei sogni, ma la sua storia è costellata anche da morti improvvise, violente o irrisolte che hanno sconvolto il mondo del cinema. L’ultima tragedia è la morte del regista e attore Rob Reiner e di sua moglie Michele, trovati senza vita nella loro abitazione e per quale è sotto interrogatorio il figlio. Un evento che ha sconvolto Hollywood e che si inserisce in una lunga scia di destini spezzati, da Marilyn Monroe fino alle scomparse più recenti di Matthew Perry e Gene Hackman.

Da Marilyn Monroe a La Dalia Nera

Il primo grande mito a infrangersi fu proprio quello di Marilyn Monroe. Nel 1962 l’attrice venne trovata morta nella sua casa di Los Angeles a soli 36 anni. La versione ufficiale parlò di overdose da barbiturici, ma i dubbi non si sono mai spenti: suicidio, incidente o qualcosa di più? La sua morte segnò uno spartiacque, mostrando per la prima volta al mondo quanto solitudine, fragilità e pressione potessero convivere con la fama assoluta. Marilyn divenne il simbolo eterno di una Hollywood capace di creare icone ma incapace di proteggerle.

La violenza vera e propria, invece, fa parte della storia di Hollywood fin dalle sue origini. Nel 1947 l’omicidio irrisolto di Elizabeth Short, la “Dalia Nera”, sconvolse l’America: un’aspirante attrice uccisa in modo brutale, un caso mai risolto che ancora oggi alimenta libri, film e teorie. Nel 1978 toccò a Bob Crane, volto popolarissimo della serie Gli eroi di Hogan, trovato ucciso nel suo appartamento in Arizona in un delitto rimasto senza colpevole. Due anni dopo, nel 1980, il mondo dello spettacolo rimase scioccato dall’assassinio di Dorothy Stratten, playmate e attrice in ascesa, uccisa dall’ex marito in una vicenda di gelosia e ossessione che mostrò il lato più crudele del successo.

Da James Dean a Brandon Lee

Accanto ai delitti, Hollywood ha conosciuto anche morti assurde e tragiche legate agli incidenti. James Dean perse la vita nel 1955 in un incidente stradale a soli 24 anni, diventando per sempre l’icona della "gioventù bruciata". Nel 1993 Brandon Lee morì sul set de Il Corvo, colpito da un proiettile partito da una pistola di scena, uno degli episodi più drammatici e discussi della storia del cinema.

Il caso Sharon Tate

Tra gli omicidi più iconici e traumatici della storia di Hollywood c’è quello di Sharon Tate. Attrice e moglie del regista Roman Polanski, Tate fu uccisa nell’agosto del 1969 nella sua villa di Los Angeles mentre era incinta di otto mesi. Un omicidio compiuto dai membri della “Family” guidata da Charles Manson. La brutalità del delitto, insieme all’efferatezza degli omicidi successivi attribuiti al gruppo, trasformò il caso in un trauma collettivo, ancora oggi ricordato come uno dei momenti più bui nella storia dello spettacolo americano.

Le morti legati a dipendenze e il caso Matthew Perry

Un capitolo a parte è quello delle morti legate alle dipendenze. River Phoenix morì nel 1993 per overdose davanti a un locale di Los Angeles, diventando il simbolo di una generazione di talenti consumati troppo in fretta. Heath Ledger, premio Oscar, venne trovato morto nel 2008 per un’overdose accidentale di farmaci da prescrizione, un caso che riaccese il dibattito sulle pressioni psicologiche dell’industria e sull’uso disinvolto di medicinali.

La tragica morte di Matthew Perry, trovato senza vita nel suo jacuzzi nell’ottobre 2023 all’età di 54 anni per gli “effetti acuti della ketamina”, ha fatto emergere dettagli inquietanti sulla catena che gli ha fornito la sostanza. Secondo le indagini federali, la star di Friends aveva ottenuto grandi quantità di ketamina tramite una rete di medici e spacciatori, e il suo assistente gli ha somministrato il farmaco il giorno della morte. Lo scorso luglio il medico Salvador Plasencia si è dichiarato colpevole davanti a un tribunale federale di aver fornito lui la ketamina all’attore. La morte dell'attore ha riportato l’attenzione sul prezzo della fama e su quanto, dietro il sorriso di uno dei personaggi più amati della televisione, si nascondesse una fragilità mai davvero risolta. Una scomparsa che ha avuto un forte impatto emotivo, soprattutto su una generazione cresciuta con Chandler Bing e tutti i suoi "friends".

Il caso Gene Hackman

La morte di Gene Hackman e di sua moglie Betsy Arakawa lo scorso febbraio ha sollevato più domande che risposte. I loro corpi furono trovati nella casa di Santa Fe, nel New Mexico, dopo che amici e vicini non avevano più notizie da giorni. Secondo quanto riferito dai media locali entrambi erano morti da tempo al momento del ritrovamento. L'autopsia ufficiale rivelerà che i due sono morti a distanza di una settimana uno dall'altra: Betsy per una sindrome polmonare da hantavirus, Hackman per malattia cardiaca e complicazioni di Alzheimer.

Nella lunga lista di morti che hanno sconvolto Hollywood, ora si inserisce anche la scomparsa di Rob Reiner, regista e attore capace di raccontare l’America con ironia e profondità, autore di film diventati

patrimonio culturale. La notizia della sua uccisione, insieme a quella della moglie, ha riaperto una ferita mai rimarginata: quella di una Hollywood attraversata da ombre, misteri e tragedie forse, in alcuni casi, evitabili.

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