 
Nel momento storico che stiamo vivendo, tra mappe e confini che cambiano in continuazione a causa di nuove e vecchie tensioni, è opportuno chiedersi che cosa leghi un popolo a uno Stato, e quindi a una nazione e alla sua rispettiva cultura. Diventa quindi necessario rispondere ad una domanda cruciale: che cos'è il principio dell'autodeterminazione dei popoli, un concetto fin troppo spesso (ab)usato senza mai essere compreso fino in fondo? Per scoprirlo è utile leggere l'ultimo libro di Gianluca Prestopino, intitolato Aspetti recenti in tema di autodeterminazione dei popoli e pubblicato da Aracne. L'autore, specializzato in politica delle relazioni internazionali, e vincitore di una borsa di studio presso la Stony Brook University di New York e di un assegno di ricerca presso Area Science Park di Trieste, rifugge da semplificazioni e storture presentando, in 132 pagine di agile lettura ma dense di analisi rigorose, la giusta prospettiva del principio dell'autodeterminazione dei popoli.
Un principio moderno
L'oggetto di ricerca del volume, l'autodeterminazione dei popoli appunto, può essere approcciato in più modi, ossia seguendo il punto di vista delle scienze politiche, della filosofia, del diritto costituzionale e via dicendo. Prestopino ha scelto gli strumenti del diritto internazionale, a partire dalla Carta delle Nazioni Unite, fondamentale per la totale adesione da parte degli Stati ai suoi principi. L'autore si è così preposto di ripercorrere le tappe fondamentali, gli avvenimenti storici, giuridici e politici che hanno sviluppato, integrato e continuano a modellare il concetto protagonista della ricerca. Ma di cosa stiamo parlando?
L'autodeterminazione può essere riferita all'individuo come singolo, e quindi alla possibilità concessagli di esprimere la propria personalità senza restrizioni e pure di esercitare una serie di diritti di libertà che comprendono, tra gli altri, anche il diritto di appartenere ad una determinata comunità etnica, religiosa e culturale, ma assume un ulteriore senso se portata ad un livello superiore, quello collettivo. In passato, è bene sottolinearlo, l'autodeterminazione era incastonata in altri termini che esprimevano “la libertà come autonomia dell'individuo singolo”, come i concetti greci di autopraghia (la capacità di decidere in maniera autonoma) e di eleutheria (l'assenza di eterodirezione).
Poi sono emersi i nazionalismi, e ancora i movimenti etnico-regionali rappresentanti dell'unità culturale tra Stato e popolo, in contrapposizione ai poteri dello Stato centrale. Ecco che ha lentamente preso forma l'autodeterminazione dei popoli che conosciamo oggi, principio assecondato dalla moderna comunità internazionale insieme ai temi legati alla sovranità e all'integrità territoriale.
L'autodeterminazione dei popoli tra sfide e opportunità
Prestopino sottolinea come, dal 1956 al 2002, ci siano stati ben 76 casi di Stati coinvolti in conflitti legati ai principi di autodeterminazione e di sovranità. Ebbene, solo 12 di questi si sono risolti con degli accordi pacifici. Altrettanti sono stati definiti a seguito di conflitti armati. E gli altri? Molti sono aperti (ben 22), altri ancora (29) sono stati contenuti spesso attraverso missioni internazionali di peacekeeping. Non parliamo soltanto di numeri, visto che lotte del genere hanno avuto una durata media di 30 anni ciascuna e che hanno dato luogo a enormi violazioni dei diritti umani.
L'autodeterminazione è inoltre uno dei punti più controversi del diritto internazionale e richiede un esame attento per coglierne l'esatta estensione oggettiva e soggettiva. Spesso viene definito come “la libertà dei popoli di definire il proprio regime politico, economico, sociale e, in primo luogo, la libertà di accedere all'indipendenza come Stato separato oppure di distaccarsi da uno Stato per aggregarsi ad un altro”.
Nei vari capitoli del libro l'autore tratta l'evoluzione storica del principio, i suoi ambiti di applicazione e il rapporto con le varie norme internazionali, spiegando in termini chiari - anche ai non addetti ai lavori – che l'autodeterminazione, insieme ai concetti di democrazia e libertà, postula il potere dei popoli di scegliere sia la forma politico-istituzionale con cui collocarsi nel sistema delle relazioni internazionali, che quella economica e sociale
all'interno del proprio Stato. “Possiamo dire che se un popolo non è libero di autodeterminarsi non è sovrano”, è una delle grandi verità scritte da Prestopino in un volume tanto utile quanto interessante.