Guerra in Ucraina

Chi è Rosario Salvatore Aitala, il giudice italiano della Corte penale internazionale incriminato da Putin

Rosario Salvatore Aitala, esperienza trentennale in diritto e fenomeni criminali, è giudice della Corte penale internazionale dal 2018. Ha lavorato al dossier ucraino ed è finito nella lista dei ricercati del Cremlino

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Rosario Salvatore Aitala, giudice italiano della Corte penale internazionale (Cpi), è finito nella lista dei ricercati del Cremlino. La Russia lo ha accusato, insieme al procuratore della stessa Corte, Khan Karim Asad Ahmad, di aver attaccato "un rappresentante di un Paese straniero che gode di protezione internazionale al fine di complicare le relazioni internazionali". Aitala era stato incaricato di seguire il fascicolo sulle accuse di crimini di guerra compiuti in Ucraina dai militari russi. È anche grazie al suo lavoro, dunque, che la Cpi ha emesso un mandato di cattura internazionale all'indirizzo di Vladimir Putin. Adesso Mosca sembrerebbe essersi vendicata.

La formazione di Aitala

Rosario Aitala, 55 anni, è originario di Catania. Dopo la laurea in giurisprudenza ha frequentato un corso di dottorato di ricerca in diritto amministrativo-tributario, sempre a Catania, per poi specializzarsi in Protezione internazionale dei Diritti Umani, a Roma, Tor Vergata, e in Stato di diritto e Ricostruzione Civile dei Paesi in stato di crisi, a Turku, in Finlandia. Ha inoltre conseguito il diploma in Diritto Penale Internazionale presso l'Istituto Universitario Europeo di Firenze.

Nel corso della sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi. Dal 1992 al 1997 ricopre il ruolo di funzionario di polizia con incarichi di dirigente della squadra mobile di Pavia, vice dirigente di commissariati a Milano e capo di gabinetto alla Questura di Treviso.

Nei due anni successivi è alla Corte di Appello di Milano come magistrato in tirocinio, salvo poi trasferirsi alla Procura della Repubblica di Trapani come sostituto procuratore applicato alla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Palermo, e diventare un membro del Gruppo “Misure di Prevenzione Antimafia”.

Esperienza internazionale

Tra il 2003 e il 2007 inizia ad occuparsi di questioni internazionali. Prende parte alla Missione Europea di Assistenza alla Polizia ed alla Giustizia Penale Pameca (Albania), è direttore del dipartimento di Giustizia Penale ed Esperto Principale Seci Center (oggi Selec, centro di cooperazione di polizia per il sud-est Europa) di Bucarest. È poi un esperto scientifico per la Commissione europea, nonché esperto senior per la Missione di Valutazione per il Kosovo, mentre esperto per la riforma giudiziaria per nel sud-est Europa per il Parlamento europeo.

Fino al 2010 lavora con il ministero degli Affari Esteri nei panni di consigliere giuridico nella direzione generale Asia. Tra i ruoli ricoperti: Coordinatore dei Programmi per l’Afghanistan; Coordinatore del Programma Mae-Regioni-Cina; Coordinatore ed esperto senior per il progetto europeo di gemellaggio con la Procura Generale di Albania; Team Leader del “Cocaine Route Programme” per America Latina e Caraibi; Coordinatore per corruzione, riciclaggio e criminalità organizzata per il Progetto di Gemellaggio con la Procura Generale della Repubblica di Macedonia del Nord.

Nei successivi tre anni assume altri incarichi, come quello di consigliere del ministro degli Affari Esteri per la Sicurezza e le Aree di Crisi e rappresentante italiano al Board of Trustees di Unicri (United Nations Institute for Crime and Research).

L'arrivo alla Corte penale internazionale

Aitala ha dunque quasi trent'anni di esperienza in diritto, fenomeni criminali, diritti umani e relazioni internazionali. Nel corso della sua carriera, ha svolto oltre cento incarichi di medio e breve periodo come esperto, consulente e docente in diritto penale, penale internazionale e internazionale in numerosi Paesi

Ha inoltre svolto attività didattica e di ricerca in diritto penale e internazionale, geopolitica e relazioni internazionali in numerose istituzioni accademiche tra cui l'università Luiss Guido Carli di Roma, la Seconda Università di Napoli e l'Università di Roma Tor Vergata. È professore onorario di diritto penale all'Università di Buenos Aires e all'Accademia Arben Zylifari di Tirana. Dal 2018 è un giudice della Corte penale internazionale.

Il dossier ucraino e la reazione di Mosca

Uno dei dossier più delicati maneggiati da Aitala è sicuramente quello relativo alla crisi ucraina. In virtù del suo contributo all'emissione del mandato di cattura della Cpi contro Putin, il Comitato investigativo russo lo ha incriminato in contumacia insieme ad altri membri della Corte.

In particolare, le azioni del giudice sono state qualificate ai sensi della parte 2 dell'art. 301, comma 1 dell'art. 30, parte 2, art. 360 del codice penale della Federazione russa. Ovvero: detenzione consapevolmente illegale, nonché preparazione per un attacco a un rappresentante di uno stato straniero che gode di protezione internazionale, al fine di complicare le relazioni internazionali.

La condanna ai sensi di questi articoli è punibile da Mosca con la reclusione fino a 12 anni.

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