La Corte di giustizia dell'Unione europea ha bocciato la riforma giudiziaria della Polonia poiché viola il diritto europeo e mina il diritto dei cittadini polacchi ad avere accesso a una magistratura indipendente e imparziale. "Il valore dello Stato di diritto è parte integrante dell'identità stessa dell'Unione Europea come ordinamento giuridico comune e si concretizza in principi che contengono obblighi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri", hanno dichiarato i giudici in una sentenza molto attesa e che avrà importanti ripercussioni sul piano politico. Le misure adottate dal governo polacco sono pertanto "incompatibili con le garanzie di accedere a un tribunale indipendente e imparziale" si legge. La sentenza rappresenta un'inequivocabile bocciatura della riforma introdotta nel 2019 dal governo conservatore del partito Diritto e Giustizia (PiS), misura al centro delle tensioni tra Varsavia e Bruxelles.
Scontra sulla riforma della giustizia
La riforma della giustizia voluta dal governo polacco ha introdotto una camera disciplinare della Corte Suprema in grado di punire i magistrati che commettono degli errori. Le possibili sanzioni includono la riduzione dello stipendio, la sospensione temporanea delle funzioni e la revoca dell'immunità per consentire l'avvio di un procedimento penale. Il governo di Varsavia ha invece insistito sul fatto che si tratta di una riforma necessaria ad eliminare l'influenza dell'era sovietica, che mira a rafforzare il carattere apolitico del sistema giudiziario.
La Corte europea ha però stabilito che la camera disciplinare è incompatibile con il diritto dell'Ue e ha imposto una serie di misure provvisorie, ordinandone lo smantellamento. Nella sentenza vengono denunciate le disposizioni "ampie e imprecise" della riforma e l'effetto negativo che avrebbe sui magistrati polacchi e sulla loro indipendenza. Inoltre, la divulgazione delle "informazioni relative alla passata appartenenza a un partito politico non è, nel caso specifico, appropriata per raggiungere il presunto obiettivo di rafforzare l'imparzialità dei giudici", sostiene la corte.
Cosa può succedere ora
Lo scorso 21 aprile la Corte di giustizia dell'Ue ha dimezzato la sanzione di un milione di euro al giorno inflitta a ottobre 2021 alla Polonia, dopo che alcune richieste di modifica della Corte erano state parzialmente soddisfatte: in totale Varsavia ha versato finora più di mezzo miliardo di euro. Ora il rischio è che si crei una situazione di stallo tra la Polonia e le istituzioni europee: in questo contesto, le autorità dell'Ue, riferisce France24, stanno trattenendo l'erogazione di circa 35 miliardi di euro di fondi destinati alla ripresa dopo l'emergenza pandemica.
Didier Reynders, Commissario europeo per la giustizia, ha accolto con favore la sentenza e ha esortato le autorità polacche a conformarsi a quanto richiesto dai giudici. "Oggi è un giorno importante per il ripristino di una giustizia indipendente in Polonia", ha dichiarato Reynder. "È necessario impedire qualsiasi regressione nell'organizzazione della giustizia". Con la sentenza di oggi, la Polonia non dovrà più pagare ulteriori multe a patto che, ovviamente, si conformi a questo richiesto dal tribunale.
Dura la reazione del governo di Varsavia: Sebastian Kaleta, vice ministro della giustizia polacco, ha definito il verdetto una "farsa" e si è chiesto se la Cgue abbia il diritto di pronunciarsi su tali questioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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