Dai palleggi in cortile al bagno privato: la vita in carcere di Dani Alves

Il giocatore è accusato di violenza sessuale nei confronti di una 23enne. Il suo compagno di cella si chiama Coutinho, come il calciatore ex Liverpool ed Inter. Lo starebbe istruendo sulle regole del carcere

Dai palleggi in cortile al bagno privato: la vita in carcere di Dani Alves

Continua la permanenza in carcere per l’ex fuoriclasse brasiliano Dani Alves, accusato da una 23enne di averla molestata. Il calciatore si trova in attesa di un primo processo presso il penitenziario di Brians, a quaranta chilometri da Barcellona, città dove ha giocato per moltissimi anni con la maglia blaugrana. Proprio a Barcellona - in un noto night club della zona marittima e della movida - si sarebbe consumata la violenza sessuale. “Mi ha messo la mani sotto gli slip senza il mio consenso”, avrebbe raccontato la ragazza che ha denunciato il calciatore ai militari, ancora sotto choc per l’accaduto.

Non si è integrato in carcere

Da quanto si apprende dai principali quotidiani iberici, Alves farebbe molta fatica ad ambientarsi in carcere e a seguire i rigidi orari dettati dall’istituto penitenziario catalano. L’ex esterno al momento è costretto a dividere la cella con un conterraneo, un brasiliano di nome Coutinho, da non confondere con il calciatore ex Liverpool ed Inter. Coutinho - che si trova in carcere da molto più tempo - starebbe istruendo Dani Alves su come comportarsi fra le sbarre. Sembra che entrambi evitino di uscire negli orari concessi dalla propria cella, per avere meno rapporti ravvicinati possibili con gli altri detenuti. Soltanto qualche volte è stato visto l’ex esterno verdeoro palleggiare nel cortile, mentre una folla di carcerati si era avvicinata per guardarlo. Alcuni detenuti, i più giovani, si sarebbero in quell’occasione avvicinati timidamente ad Alves per chiedergli un autografo, che lui avrebbe concesso di buon grado. Nel carcere l’allerta è massima in questi giorni. Per questioni di privacy nessuno può scattare delle foto al detenuto, che denuncerebbe immediatamente la struttura dove aspetta l’inizio del processo. Non si sanno ancora chi sono gli avvocati incaricati da Dani Alves, che dovranno difenderlo in tribunale. Se le accuse si rivelassero vere, il calciatore dovrebbe scontare molti anni di carcere.

Una carriera distrutta

Intanto emergono nuovi particolari sulla vita privata del brasiliano, distrutta completamente dopo le indagini. Dani Alves è stato licenziato nei primi di gennaio dal Pumas, squadra messicana dove stava per concludere la propria carriera costellata di successi sportivi. Già le prove erano sufficienti per arrestarlo, ma l’uomo si trovava in Messico e bisognava farlo tornare a Barcellona.

La polizia catalana ha quindi aspettato che il calciatore tornasse da solo nella capitale della Catalogna, dove sembra avere diversi business avviati e dove si trova l’anziana suocera, deceduta il venti gennaio di quest’anno, per poi convocarlo in caserma con una scusa e convalidare l’arresto in attesa di un processo.

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