Cronaca internazionale

"Debito sotto osservazione": Fitch minaccia il taglio del rating Usa

Gli Usa vantano ad oggi una valutazione di "AAA", la più alta possibile, ma senza un'intesa politica sul tetto del debito potrebbero incappare in un declassamento. Joe Biden è sempre più sotto pressione

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L'agenzia internazionale di valutazione del credito Fitch Ratings ha acceso i riflettori sul credito Usa mettendolo sotto osservazione con implicazione negativa, in risposta allo stallo dei negoziati sul debito a Washington, che rischia di culminare, all'inizio di giugno, in un default dello Stato federale. La situazione è particolarmente delicata, anche perché l'intera vicenda rischia di generare un contraccolpo politico che potrebbe travolgere Joe Biden.

Debito Usa sotto osservazione

Fitch ha fatto sapere di aver posto il rating AAA degli Stati Uniti, il più alto possibile, "sotto esame" a causa del rischio di default. La decisione, ha speigato l'agenzia in una nota, "riflette le tensioni politiche che ostacolano la risoluzione del problema, come l'innalzamento o la sospensione del tetto del debito, poichè la scadenza si avvicina rapidamente". Nello stesso comunicato, Fitch ha auspicato una soluzione prima della data X, sottolineando però che i rischi creditizi sono comunque aumentati.

Commentando la presa di posizione dell'agenzia, Lily Adams, portavoce del dipartimento del Tesoro, ha ribadito che "come avvertito per mesi dalla segretaria del Tesoro, Janet Yellen, gli scontri politici sul tetto del debito causano seri danni alle attività e alle famiglie statunitensi, aumentano i costi di indebitamento a breve termine per i contribuenti, e minacciano la valutazione del credito degli Stati Uniti".

Biden sotto pressione

Nel frattempo le trattative sull'aumento del tetto del debito degli Stati Uniti (di 31,4 trilioni di dollari) tra i negoziatori di Joe Biden e lo speaker della Camera, Kevin McCarthy, proseguono nella speranza di ottenere la tanto agognata fumata bianca. Nei giorni scorsi, in un briefing con la stampa, Karine Jean-Pierre, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che gli Usa "non hanno mai fatto default nella loro storia e non lo faranno mai".

Eppure la situazione resta delicatissima. In seguito all'ultimo incontro tra le parti, McCarthy ha affermato che i negoziati sono migliorati e continueranno. Ha predetto che le due parti avrebbero raggiunto un accordo, dicendo però che diverse questioni rimangono irrisolte.

La Casa Bianca e i Democratici al Congresso hanno accusato i Repubblicani di prendere in ostaggio l'economia del Paese per portare avanti un programma che altrimenti non potrebbero approvare. Hanno inoltre fatto capire che i Repubblicani devono fare più concessioni, poiché avranno bisogno di voti democratici per approvare qualsiasi accordo. La stessa Casa Bianca li ha incolpati di scatenare un default devastante che colpirebbe "ogni singola parte del Paese" mentre chiedono tagli di spesa "estremi" che danneggerebbero milioni di americani. I mercati finanziari, intanto, vacillano mentre Washington si avvicina ad una crisi di default del debito che sarebbe senza precedenti nei tempi moderni, inviando onde d'urto in tutto il mondo.

Il conto alla rovescia è iniziato. Il Congressional Budget Office ha affermato che esiste un "rischio significativo" che gli Stati Uniti possano andare in default sul proprio debito "nelle prime due settimane di giugno".

Si tratta della stessa previsione del Tesoro.

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