"Possibili diecimila morti": si aggrava il bilancio del disastro in Libia

Stime al rialzo per il bilancio delle alluvioni che hanno devastato l'est della Libia: completamente distrutta la città di Derna, danni anche a Bengasi e Al Bayda

"Possibili diecimila morti": si aggrava il bilancio del disastro in Libia
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Più passano le ore e più le dimensioni della tragedia assumono una forma quasi apocalittica. Dopo le stime di lunedì, in cui si è fatto riferimento alla presenza di duemila morti tra Derna e le altre città dell'est della Libia colpite dal ciclone Daniel, oggi il bilancio rischia di aggravarsi e contare oltre diecimila vittime. Ad ammetterlo sono state le stesse autorità della Cirenaica, secondo cui i danni principali si sono verificati a Derna e nelle città limitrofe. Letale il mix di un accumulo senza precedenti di acqua piovana e del crollo, avvenuto quasi in contemporanea, di due dighe.

Derna rasa al suolo

Quel fiume che da decenni ha garantito la ricchezza della città, oggi è visto come la principale trappola mortale per i suoi abitanti. Il "Wadi" di Derna è uno dei più importanti corsi d'acqua della Cirenaica. Lungo il suo percorso negli anni è stato creato un fitto sistema di irrigazione in grado di dare al territorio un aspetto meno desertico rispetto al resto della Libia. È qui che si concentra gran parte della produzione agricola della regione e dell'intero Paese. Cento anni fa gli italiani non a caso qui hanno impiantato diverse fattorie considerate all'epoca "modello".

Il fiume però, tra sabato e domenica, ha dovuto sopportare un'ingente quantità di acqua accumulatasi dopo l'arrivo in Cirenaica del ciclone Daniel. Con i suoi venti da 180 km/h e le sue piogge abbondanti, la perturbazione sub tropicale ha fatto cadere nell'area di Derna qualcosa come 400 mm di acqua. Per rendere meglio l'idea, in media in un anno nell'area gli accumuli sono nell'ordine di 202 mm.

Gli argini non hanno retto e il fiume è straripato. Lungo il suo corso, l'acqua ha travolto ogni cosa. Compresi i raccolti e le stesse fattorie che in alcuni casi avevano resistito per quasi un secolo intero. Per una città come Derna, attraversata per intero dal Wadi, tutto questo ha voluto significare il disastro. I quartieri situati lungo gli argini sono stati completamente distrutti. Le immagini che arrivano dalla Libia lo confermano: si notano scheletri di palazzi sventrati dalla fuori dell'acqua, detriti e macerie ovunque, ponti saltati e distrutti. In piedi è rimasto ben poco.

Per questo purtroppo non è difficile immaginare un ulteriore aumento del numero delle vittime. Lunedì si parlava di duemila morti e cinquemila dispersi. Oggi un portavoce del ministero dell'Interno del governo che controlla la Cirenaica, separato e non riconosciuto dall'esecutivo stanziato a Tripoli, ha ammesso la morte di almeno 5.200 persone. Ma su una Tv di Bengasi, un funzionario governativo ha azzardato l'ipotesi di un bilancio destinato ad arrivare a diecimila morti nella sola Derna. A questi occorrerebbe poi aggiungere le vittime in altre città della regione, tra cui la stessa Bengasi e Al Beyda, quarto centro più grande della Libia.

Fatale il collasso delle dighe

Ad amplificare i danni ha contribuito senza dubbio il crollo di due delle principali dighe vicino Derna. Le struttura sono collassate e non hanno retto all'impatto con le copiose precipitazioni generate dal ciclone. Il crollo delle dighe, secondo alcune fonti locali intercettate dal quotidiano Libya Observer, ha riversato su Derna e sulle regioni limitrofe almeno 33 milioni di metri cubi d'acqua.

Circostanza che non ha lasciato scampo a migliaia di persone.

Adesso il rishio è dettato dalle difficoltà dei soccorritori a raggiungere tutte le zone sconvolte dall'alluvione. Anche perché i mezzi sono pochi e a livello politico l'area, come detto in precedenza, non è amministrata dal governo di Tripoli internazionalmente riconosciuto.

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