La strage aerea del mese scorso in Nepal che ha causato la morte di 72 persone sarebbe da attribuire a un errore umano: il primo ufficiale avrebbe scambiato la leva dei flap con quella dello spegnimento dei motori. È questa l'ipotesi più accreditata che circola tra gli investigatori che dal 15 gennaio cercano gli elementi per comprendere come sia stato possibile che l'aereo, un Atr 72-500 della Yeti Airlines, sia precipitato nei pressi dell'aeroporto di Pokhara (era decollato da Kathmandu) dove sarebbe dovuto atterrare.
Il responso delle scatole nere
Al comando del velivolo c'erano due piloti molto esperti: il comandante (22mila ore di volo) e il suo secondo (co-pilota) con 6.500 ore di volo che avevano già effettuato, nello stesso giorno, la tratta Kathmandu-Pokhara andata e ritorno e si trovavano al terzo dei quattro voli previsti, questa volta diretti verso la città nepalese conosciuta per essere la porta d'accesso all'Anapurna, meta molto famosa tra gli scalatori. Mentre stava per effettuare la manovra di atterraggio e dopo aver estratto, la prima volta, i flap di 15 gradi, all'ordine del comandante il co-pilota avrebbe dovuto portare i flap a 30 gradi ma il computer di bordo non ha registrato alcun movimento come hanno riportato gli investigatori.
In quel momento, invece, la potenza dei motori sarebbe diminuita del 25% in maniera improvvisa: le eliche sono andate "a bandiera, cioè parallele alla direzione del volo", ha spiegato al Corriere della Sera un pilota esperto che sta seguendo la vicenda. "I motori di fatto non generano più né spinta, né resistenza", ha aggiunto. Quel momento è stato l'inizio della fine: tutti e due i motori dell’Atr sono andati in "idle", termine che indica la potenza minima "per prevenire uno sforzo eccessivo", spiega un altro pilota al quotidiano. A quel punto, a bordo si è registrata la prima anomalia con i comandanti intenti a capire cosa stesse succedendo e accorgersi, pochi secondi dopo, che i motori non avevano alcuna potenza.
Le indagini
Un video amatoriale mostra gli ultimi secondi dell'aereo prima dell'impatto virare bruscamente a sinistra a bassissima quota e schiantarsi al suolo: erano le 10.57 ora locale quando l'Atr non è riuscito più a prendere quota finendo in "stallo". Al caso stanno lavorando incessantemente gli esperti del Bea (Agenzia francese per la sicurezza dei trasporti), i canadesi del Transportation Safety Board assieme all'Easa (Agenzia europea per la sicurezza aerea) e l'azienda Pratt&Whitney che ha costruito i motori. L'ipotesi più accreditata è lo scambio accidentale delle due leve, flap e motori, che ha causato l'ennesimo disastro in quella zona. "Con ogni probabilità il comandante non ha abbassato la leva dei flap per portare la loro angolazione da 15 a 30 gradi, ma ha toccato quella della regolazione delle eliche che, se portata indietro dalla condizione 'Auto' a 'Ftr' finisce per togliere potenza ai motori", hanno spiegato gli esperti.
Se la dinamica venisse confermata, non si spiega come sia stato possibile un errore di questa importanza e soprattutto perché non sono stati interpreati a dovere i vari allarmi scattati all'interno della cabina di pilotaggio.
Come abbiamo visto sul Giornale, il Nepal ha visto ancora una volta l'ennesima strage aerea con il record di 67 incidenti negli ultimi 60 anni: l'ultimo era avvenuto nel maggio 2022 quando un volo della Tara Air decollato da Pokhara e diretto nella località di Jomsom, si è schiantato al suolo senza dare scampo a nessuno dei 22 passeggeri a bordo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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