Gli Stati Uniti non sono riusciti a disarmare la Corea del Nord. Nel corso degli anni nessuna amministrazione statunitense, né a guida democratica né repubblicana, è stata in grado di neutralizzare la minaccia nucleare incarnata da Pyongyang. Il risultato è che oggi il Paese guidato da Kim Jong Un può vantare, oltre che un arsenale militare rilevante, una capacità nucleare altrettanto degna di nota. Ma perché Washington ha fallito? Vale la pena dare un'occhiata Fallout: The Inside Story of America's Failure to Disarm North Korea, ovvero l'ultimo libro scritto dal ricercatore dello Stimson Center Joel Wit. Il motivo è semplice: nel suo volume, pubblicato dalla Yale University Press e disponibile solo in lingua inglese, Wit, ex funzionario del Dipartimento di Stato, porta i lettori dietro le quinte di negoziati andati in fumo, errori, accesi dibattiti e strategie segrete.
Il fallimento Usa sulla Corea del Nord
Per quasi quattro decenni gli Stati Uniti hanno cercato di fermare i tentativi della Corea del Nord di costruire armi nucleari e i missili per trasportarle. Basandosi in gran parte su quasi 300 interviste con ex funzionari Usa, sudcoreani e cinesi, nonché sulle sue esperienze personali, Wit ha ricostruito come diavolo abbiano fatto sei presidenti americani a impedire a Pyongyang di costruire il proprio arsenale nucleare. L'autore ha inoltre spiegato che Usa e Corea del Nord sono arrivati, in diverse occasioni, ad un passo dallo scontro nucleare.
Ma di chi è la colpa maggiore del fallimento statunitense? Secondo Wit, Barack Obama e Donald Trump perché è stato sotto i loro successivi mandati che i Kim hanno acquisito la capacità di minacciare ogni città del Nord America. Il libro critica l'abbandono dell'Accordo quadro da parte di George W. Bush, la "pazienza strategica" di Obama e l'inabilità di Trump di realizzare la promessa dei negoziati.
Lungo il percorso, Wit presenta ritratti accattivanti delle personalità coinvolte, dando vita alla tesa diplomazia tra Washington e Pyongyang. A ben vedere, Fallout può essere considerato il seguito di Going Critical: The First North Korean Crisis, scritto dallo stesso Wit con Daniel B. Poneman, ex funzionario del Consiglio di sicurezza nazionale responsabile della non proliferazione, e Robert L. Gallucci, l'uomo di punta della diplomazia nei negoziati di Washington sull'Accordo quadro del 1994 per fermare il programma di armi al plutonio della Corea del Nord.
Tra errori e incapacità
In Fallout, Wit scrive che Washington avrebbe potuto negoziare con Pyongyang per coprire il programma sull'uranio come aggiunta all'Accordo Quadro. Dall'inizio del mandato di George W. Bush nel 2001, tuttavia, i "falchi" Usa si sono sempre mossi per abbandonare i risultati diplomatici delle varie amministrazioni. Obama e Trump, come detto, sarebbero i responsabili numero uno e due del grande fallimento Usa sulla Corea del Nord. "Oggi, a causa del loro fallimento, i missili nucleari di Kim Jong Un possono raggiungere milioni di americani in 30 minuti", ha scritto l'analista.
In particolare, la politica di "pazienza strategica" dell'amministrazione Obama meriterebbe una condanna particolare perché secondo Wit, "una strana impazienza permeava la pazienza strategica: il rifiuto di accettare Pyongyang per quello che era e il rifiuto di agire per cambiarla". Dietro l'atteggiamento di Washington c'era un'aspettativa errata: che la Corea del Nord sarebbe presto crollata.
Per fare pressione su Pyongyang e accelerarne il desiderato crollo, Washington ha ripetutamente condotto esercitazioni militari con la Corea del Sud, incluso uno scenario di decapitazione; ha imposto
innumerevoli sanzioni per strangolare l'economia nordcoreana; ha usato i diritti umani come un'arma per colpire i Kim; e ha persino cercato di sovvertire il governo nemico. Tutto inutile visto che nel momento in cui scriviamo la Corea del Nord è ancora in piedi.