
La Flotilla "Brancaleone" diretta a Gaza perde i pezzi. Dopo i lunghi giorni trascorsi alla rada in Tunisia pare che le barche abbiano deciso finalmente di lasciare gli ormeggi e di affrontare seriamente il Mar Mediterraneo per raggiungere Gaza. Le imbarcazioni sembra siano in navigazione in direzione di Malta, dove si congiungeranno a quelle che partiranno dall'Italia. Attualmente sono 40 le barche che dovrebbero dirigersi verso la Striscia per portare aiuti umanitari, capitanate dalla Madeira Family, grande vascello diesel a bordo della quale si trova il direttivo della missione che, però, non include più Greta Thunberg.
L'attivista svedese che si è disinnamorata della causa green per abbracciare quella palestinese non è più a bordo della barca "ammiraglia": a rivelarlo è il Manifesto, che ha a bordo di una delle barche il giornalista Lorenzo D'Agostino. È lui che racconta le defezioni degli attivisti durante l'attesa in porto: ci sono decine di persone in meno a bordo delle barche, un evidente abbandono che dal direttivo cercano di giustificare con ragioni di sicurezza. Forse anche Thunberg ha meditato di lasciare la missione, anche se la sua assenza avrebbe fatto molto più rumore di decine di defezioni. Tuttavia, invece di prendere un aereo e tornare a casa come hanno fatto molti, ha deciso di cambiare barca e di uscire dal direttivo: è D'Agostino che lo racconta, rivelando che domenica pomeriggio è stata vista trascinare il suo bagaglio su un pontile per imbarcarsi a bordo dell'Alma, barca a vela più piccola rispetto all'altra, e di rango ovviamente inferiore.
"Tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante", ha dichiarato Thunberg al Manifesto, che ha tentato di parlare anche con gli altri membri del direttivo, senza però ottenere alcuna risposta. Le imbarcazioni al momento navigano in acque internazionali quindi, a meno di improvvisi ammutinamenti degni del Bounty, non ci saranno altre defezioni almeno fino a Malta.
Nel frattempo le sinistre chiedono che venga garantita la protezione diplomatica agli attivisti a bordo della flotilla in caso di azioni di Israele, che da anni esegue un blocco navale davanti alle coste di Gaza e difficilmente la farà passare, specialmente ora che ha intensificato l'azione su Gaza City.