Cronaca internazionale

Sparatorie di "avvertimento" e trafficanti: la folle vendetta del politico in New Mexico

Solomon Peña, 39enne repubblicano, ha organizzato delle sparatorie contro le abitazioni di alcuni politici democratici. Arrestato, è accusato di violenza armata e cospirazione

Sparatorie di "avvertimento" e trafficanti: la folle vendetta del politico in New Mexico

Ascolta ora: "Sparatorie di "avvertimento" e trafficanti: la folle vendetta del politico in New Mexico"

Sparatorie di "avvertimento" e trafficanti: la folle vendetta del politico in New Mexico

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Voleva dare una lezione ai suoi oppositori politici organizzando l'anticamera di una strage, con dei colpi di avvertimento contro le abitazioni dei funzionari statali democratici, ma non è riuscito a farla franca. È la cronaca delle ultime settimane in New Mexico, negli Stati Uniti, dove il 39enne Solomon Peña, ex candidato repubblicano al congresso statale, è stato arrestato dalla polizia di Albuquerque con l'accusa di aver assoldato quattro malviventi per colpire con delle armi da fuoco le case di cinque esponenti politici democratici locali.

Una violenza politica

I fatti risalgono tra dicembre e gennaio, quando le forze dell'ordine hanno aperto un'inchiesta dopo la denuncia dei dem presi di mira da Peña, che avrebbe dato precise indicazioni ai suoi sgherri. La prima sparatoria è avvenuta il 4 dicembre (l'obiettivo era il commissioner della contea, Adriann Barboa), la seconda e la terza il 10 e l'11 dicembre contro il neoeletto attorney general Raúl Torrez e l'ex commissioner Debby O'Malley, mentre le ultime due il 3 e il 5 gennaio intorno alle residenze dei senatori statali Linda Lopez e Antonio Maestas.

Nonostante l'iniziale cautela degli inquirenti, la svolta nelle indagini è arrivata quasi subito: si è trattata di una violenza armata di stampo politico, essendo i bersagli tutti membri appartenenti al Partito Democratico statale. Tra le persone ingaggiate ci sarebbe anche un tale di nome José Trujillo, attualmente sotto processo federale per traffico di droga e uso di armi da fuoco.

Il 9 gennaio scorso le unità speciali Swat hanno arrestato Peña con un raid dentro a un palazzo situato nel centro di Albuquerque, dove il 39enne di South Valley, su cui pende anche il capo d'imputazione per cospirazione oltre a una lista di diversi reati statali, si nascondeva.

L'ispirazione dietro alle azioni di Peña andrebbe rintracciata nell'insoddisfazione per il risultato elettorale dello scorso novembre per il quattordicesimo distretto della Camera del New Mexico, di cui Peña (sconfitto dall'uscente Miguel Garcia) si è lamentato apparendo in alcuni video pubblicati sui suoi canali social. Nei video, si rifiutava di accettare l'esito delle elezioni. In uno dei tweet pubblicati dopo l'election day, l'ormai ex candidato repubblicano ha caricato una foto che lo ritrae indossando una felpa rossa con l'eloquente scritta "Make America Great Again" e la didascalia "Trump ha appena annunciato la sua candidatura per il 2024. Sono dalla sua parte. Non ho mai rinunciato alla mia candidatura per il quattordicesimo distretto. Ora sto valutando le mie opzioni".

Le reazioni politiche

Il suo arresto in New Mexico è stata l'ennesima occasione di riflessione sulla violenza e sull'uso improprio delle armi negli Usa. Il sindaco di Albuquerque ha commentato dicendo che questo tipo di radicalismo "è una minaccia alla città, allo Stato e alla nazione" e che "continueremo a respingere l'odio in tutte le sue forme e fermare l'odio". Gli fa eco la governatrice democratica Michelle Lujan-Grisham: "Non c'è posto nella nostra società e nella nostra democrazia per la violenza contro i funzionari eletti e le loro famiglie, e confido che il sistema giudiziario terrà conto a pieno ed equamente dei responsabili di tali attacchi".

Negli ultimi anni il New Mexico ha introdotto nuove leggi, più restrittive, per ridurre il numero di violenze armate, che è uno dei più alti d'America.

Commenti