Dopo che la pandemia da Covid-19 ha costretto il mondo a fermarsi per due anni, cittadini e istituzioni hanno riscoperto l’importanza della salute pubblica e ogni governo nazionale ne ha fatto un pilastro della sua agenda politica.
Dal 23 al 26 ottobre, si terrà ad Astana, capitale del Kazakistan, la conferenza mondiale sull’assistenza sanitaria di base patrocinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF). All’evento ci saranno 80 delegazioni degli Stati membri dell’OMS per un totale di 600-650 partecipanti tra cui i ministri della Salute dei Paesi che riconoscono l’organizzazione e giovani scienziati che esporranno le linee guida dei loro progetti di ricerca finalizzati a un miglioramento delle condizioni sanitarie della popolazione mondiale. Da remoto si collegheranno più di 1000 persone. All’evento saranno presenti anche i rappresentanti di altre agenzie delle Nazioni Unite, oltre ad esponenti di organizzazioni non governative impegnate a garantire il diritto alla salute in tutto il pianeta. Nei giorni in cui si discuterà al forum, il 25 ottobre sarà anche Festa nazionale della Repubblica di Kazakistan.
L’evento si svolge in concomitanza con l’anniversario di due importanti dichiarazioni: la Dichiarazione di Alma Ata, adottata 45 anni fa dalla conferenza internazionale per l’assistenza primaria nell’omonima città; la Dichiarazione di Astana firmata nel 2018 che impegna i governi nazionali a perseguire con maggiore impegno gli obiettivi dell’accesso ai servizi essenziali.
La Dichiarazione di Alma Ata è stata una pietra miliare nell’ambito della salute globale e il suo motto è stato: “Salute per tutti entro il 2000”. I governi sottoscrittori, al tempo, si erano presi l’impegno di formulare a livello nazionale politiche, strategie e piani d'azione per diffondere e sostenere l'assistenza sanitaria primaria come parte dell'intero sistema sanitario nazionale e in modo coordinato con gli altri settori. Oltre a ciò, tutti i Paesi avrebbero dovuto agire in uno spirito di stretta cooperazione e di servizio per garantire a ciascuno la realizzazione degli obiettivi della del documento, dal momento che il raggiungimento della salute da parte delle persone di un qualsiasi Paese rappresenta un beneficio per tutte le altre nazioni. La conferenza del 1978 aveva dato come obiettivo ai Paesi partecipanti di dare seguito a quanto espresso nella dichiarazione entro il 2000, anno in cui si sarebbe dovuto conseguire un livello accettabile di salute per tutti grazie a un uso più oculato ed efficiente delle risorse mondiali.
Quarant’anni dopo Alma Ata, nel 2018, è stata firmata la Dichiarazione di Astana per riaffermare i principi del precedente documento, vincolando gli esecutivi a dedicare maggiori investimenti ai servizi
sanitari essenziali dato che negli ultimi quattro decenni sono stati fatti dei progressi in modo non uniforme.La nuova conferenza si concluderà con la sottoscrizione di una nuova dichiarazione congiunta tra i partecipanti.
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