Cronaca internazionale

"Ho capito che non erano botti...": i racconti choc dei testimoni della strage di Praga

Gli spari del killer di Praga sono stati confusi da molti con i botti di Natale: la città è stata blindata in pochi minuti e i cittadini tenuti bloccati negli edifici

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La sparatoria di Praga è uno degli assalti più brutali che si ricordino a partire dagli anni Duemila. Il bilancio parla di 15 morti e 24 feriti tra gli studenti. L'allarme è scattato già alle 12.40, quando la polizia ha trovato il corpo del padre del killer nella loro abitazione di Hostoun, poco distante dal capoluogo ceco. Da lì, capita la pericolosità, anche grazie a un biglietto lasciato a casa è stato dato ordine di evacuare il plesso in cui lo studente avrebbe dovuto avere lezione a partire dalle 14, senza considerare che si sarebbe recato altrove. E infatti, alle 14.59, è arrivato il primo allarme. I primi agenti sono arrivati in una manciata di minuti: le teste di cuoio hanno raggiunto i punti strategici e alle 15.20 è arrivata la notizia che il corpo dell'assalitore si trovava sul cornicione del palazzo universitario. Non è chiaro se si sia suicidato sia stato neutralizzato.

"Sono ancora sotto choc, non mi sarei mai aspettato che una cosa del genere potesse accadere a Praga", è il racconto di Ondřej Moravec, avvocato trentenne che lavora a 300 metri dalla Charles University. "Quando ho sentito gli spari erano circa le tre, ero seduto alla mia scrivania, controllavo alcuni atti. All'inizio non avevo capito che si trattasse di una sparatoria. Poi ho visto la gente correre e ho capito che quelli non erano botti, ma colpi di arma da fuoco", ma proseguito, sottolineando che l'allarme della polizia è arrivato rapidamente. "Ero a poche centinaia di metri da dove l'uomo ha iniziato a sparare all'impazzata. Mi trovavo tra l'università e la sede della presidenza della Repubblica. Per questo quando ho sentito le sirene della polizia ho pensato a qualche visita di Stato e invece poi la polizia ha iniziato a bloccare la zona, a transennare le strade e la città è risultata paralizzata", è il racconto di un italiano a Praga all'Adnkronos.

"Ho capito quello che è accaduto quando mi è arrivato il messaggio di mia figlia che va a scuola lì vicino: è successa una cosa grave, un uomo ha iniziato a sparare all'impazzata, ci hanno bloccati tutti nella scuola... In prima battuta ho pensato ad un atto terroristico, lì vicino c'è il quartiere ebraico", ha proseguito l'uomo. Uno studente che si trovava sul tram ha spiegato che "Il conduttore ci ha detto di scendere perché il tram non poteva andare avanti. Sono sceso e ho attraversato il ponte a piedi, ero a 200 metri dal luogo della sparatoria. Ho iniziato a sentire due o tre spari, e mentre mi allontanavo ho sentito un altro sparo. All'inizio non avevo molto connesso, pensavo fossero petardi natalizi". Una ragazza che si trovava all'interno della facoltà in cui si è svolta la sparatoria ha spiegato via social: "Ero in biblioteca al momento della sparatoria, ci hanno mandato nel retro della sala computer dove non ci sono finestre. Ora si è sparsa la voce che l'uomo armato è morto.

Tutti chiamiamo e rispondiamo a parenti e amici che stiamo bene".

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