Il governo dei Paesi Baschi, guidato da Imanol Pradales del Partito nazionalista basco (Pnv), ha assegnato il Premio René Cassin 2025 a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, per la sua "incrollabile dedizione alla difesa dei diritti fondamentali e del Diritto Internazionale Umanitario". Il Premio René Cassin è stato istituito nel 2003 per riconoscere pubblicamente l'eccezionale lavoro a sostegno dei diritti umani.
Dopo aver esaminato le candidature, la giuria ha selezionato Albanese come vincitrice per "la difesa dei diritti umani e per essere impegnata per la verità e la protezione dei più vulnerabili". La relatrice "svolge il suo lavoro con rigore, coraggio e fedeltà ai valori che sono alla base del sistema internazionale dei diritti umani", ha affermato la giuria. La cerimonia di premiazione si terrà il 10 dicembre, Giornata dei Diritti Umani, a Bilbao. La Federazione delle comunità ebraiche di Spagna (Fcje) e il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) hanno contestato la decisione. "I commenti antisemiti e la compiacenza nei confronti del terrorismo attribuiti ad Albanese sono stati chiaramente denunciati da Francia, Germania, Stati Uniti e da importanti organizzazioni ebraiche internazionali", hanno affermato i due gruppi in una nota.
La Federazione delle comunità ebraiche di Spagna (Fcje) e il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) hanno criticato la posizione di Albanese sugli attacchi del 7 ottobre affermando che non ne ha riconosciuto "il carattere antisemita". "Un atteggiamento di questo tipo è incompatibile con lo spirito del Premio René Cassin", hanno sostenuto i due gruppi, ricordando che Cassin, che ha ispirato la Dichiarazione universale dei diritti umani, e a cui è stato assegnato il premio Nobel per la pace, "manteneva un attaccamento incrollabile alla pace, alla dignità umana e al diritto del popolo ebraico di vivere in sicurezza".
"Concedere questo premio ad Albanese costituisce una distorsione dell'eredità di Cassin e un grave fraintendimento dei valori dei diritti umani", hanno detto Fcje e Crif. I membri della giuria, tra cui vi sono la viceconsigliera per i diritti umani, la memoria e la convivenza del governo basco María Arritokieta Marañon, Bárbara Ruiz, delegata dell'Unrwa nei Paesi Baschi e professori ed esperti in diritti umani, hanno invece sottolineato che "attraverso il suo lavoro alle Nazioni Unite, Francesca Albanese ha dato un contributo significativo alla sensibilizzazione sulle violazioni dei diritti umani, alla denuncia dell'impunità e alla richiesta di un'efficace attuazione delle norme internazionali che proteggono le persone in contesti di conflitto e occupazione".
Gli esperti hanno rimarcato che il lavoro della vincitrice del premio "è stato caratterizzato da rigore giuridico, indipendenza di giudizio e dalla ferma convinzione etica che dovrebbe guidare l'operato di coloro che difendono i diritti umani a livello internazionale".