Lascia la figlia di due anni in auto. Lei muore, il padre si suicida per evitare il carcere

​Christopher Scholtes, 38 anni, si è tolto la vita il giorno prima di entrare in prigione. La figlia Parker era morta dopo essere stata lasciata nell’auto di famiglia sotto il sole cocente dell’Arizona

Lascia la figlia di due anni in auto. Lei muore, il padre si suicida per evitare il carcere
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Si è suicidato per evitare di scontare trent’anni di carcere. Christopher Scholtes, 38 anni, padre della piccola Parker, è stato trovato morto nel garage della sua abitazione di Phoenix alle prime ore del mattino. L’uomo si è tolto la vita la sera precedente, a poche ore dall’inizio della pena per la morte della figlia di due anni, deceduta dopo essere stata lasciata in macchina sotto il sole.

Secondo quanto riportato dal Daily Mail, il decesso sarebbe avvenuto per avvelenamento da monossido di carbonio. Le autorità della contea di Maricopa hanno confermato che si è trattato di un suicidio. La famiglia ha inoltre chiarito che l’auto in cui Scholtes è morto non era la stessa in cui aveva perso la vita la bambina.

La tragedia di Parker

Il dramma risale a un pomeriggio di luglio, quando le temperature avevano raggiunto i 42 gradi nel deserto dell’Arizona. La piccola Parker era rimasta intrappolata nell’auto di famiglia, parcheggiata sotto il sole, mentre il padre si trovava in casa.

Secondo gli investigatori, in quelle ore Scholtes guardava film pornografici, beveva birra e giocava ai videogiochi, dimenticandosi completamente della figlia. Quando la moglie, la dottoressa Erika Scholtes, è rientrata a casa, ha trovato la bambina ormai senza vita.

L’uomo aveva tentato di giustificarsi, sostenendo di averla lasciata in auto “non più di 45 minuti”, ma ha poi ammesso di essere a conoscenza del fatto che il motore e l’aria condizionata del veicolo si sarebbero spenti automaticamente dopo 30 minuti di inattività. Disperata, la moglie gli avrebbe urlato: "Ti avevo detto di smetterla di lasciarli in macchina. Quante volte te l’ho detto?". A cui lui avrebbe risposto: "Come ho potuto fare questo? Ho ucciso la nostra bambina, non può essere vero."

La condanna e il suicidio

A ottobre, Christopher Scholtes aveva scelto di dichiararsi colpevole di omicidio di secondo grado, accettando la prospettiva di una condanna fino a 30 anni di carcere. L’inizio della pena era previsto per il 5 novembre.

Tuttavia, il giorno prima di presentarsi in prigione, l’uomo ha deciso di togliersi la vita nel garage della sua abitazione, eludendo così la giustizia. "La voce di questa bambina è stata quasi messa a tacere perché stamattina la giustizia non è stata fatta in modo appropriato", ha commentato la procuratrice della contea di Pima, Laura Conover, esprimendo amarezza per l’epilogo della vicenda.

Una famiglia distrutta

Scholtes lascia la moglie e tre figlie. La comunità di Phoenix è rimasta profondamente colpita dal duplice dramma, che riporta l’attenzione su un problema purtroppo frequente negli Stati Uniti: i bambini lasciati in auto sotto il sole.

Ogni anno, secondo le statistiche delle autorità americane, decine di bambini

muoiono per ipertermia dopo essere stati dimenticati nei veicoli. In molti casi si tratta di incidenti dovuti a distrazione, ma le conseguenze, come nel caso della piccola Parker, sono sempre devastanti.

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