
In queste ore le strade di Londra si sono riempite di decine di migliaia di manifestanti per quello che si preannuncia come il più grande raduno dell’estrema destra britannica degli ultimi decenni, in memoria di Charlie Kirk. "La libertà di parola è morta. RIP Charlie Kirk", è lo slogan ripetuto da numerosi manifestanti con la voce e sui cartelli variopinti. A guidare l’iniziativa è Tommy Robinson, nome d’arte di Stephen Yaxley-Lennon, fondatore della English Defence League e figura centrale del movimento nazionalista anti-immigrazione. "La rivoluzione dei patrioti è iniziata", ha dichiarato Robinson.
La marcia, ribattezzata “Unite the Kingdom”, è stata presentata da Robinson come un festival della libertà di espressione e della difesa dell’identità britannica. Sventolando bandiere di San Giorgio e Union Jack, i partecipanti hanno scandito slogan come “we want our country back” e “whose street? our street”, mentre gruppi giunti dall’estero hanno messo in scena performance simboliche come la haka neozelandese. Accanto alla manifestazione, una controprotesta guidata da Stand Up to Racism ha radunato centinaia di attivisti, sostenuti da parlamentari laburisti come Diane Abbott e Zarah Sultana. “I rifugiati sono i benvenuti” e “smash the far right” sono stati i cori lanciati in risposta ai cartelli dei sostenitori di Robinson che invocavano il blocco dei migranti e il rimpatrio forzato.
Robinson ha dichiarato di recente di essersi unito ad Advance UK, un partito fondato da ex figure di spicco di Reform UK, tra cui Ben Habib, che verrà lanciato formalmente il mese prossimo. Robinson ha virato sempre più verso una posizione apertamente nazionalista cristiana, soprattutto dopo il suo rilascio dall'ultima condanna al carcere. Tra la folla ci saranno anche nazionalisti cristiani, ma si prevede che una larga parte di loro provenga dalle fila di coloro che hanno preso parte alla recente ondata di proteste fuori dai centri di accoglienza per richiedenti asilo. Come per altri eventi a firma Robinson, si prevede che il supporto principale arriverà da una rete di tifosi di calcio e di associazioni di hooligans coinvolte anche nell'English Defence League.
Il raduno arriva in un momento di crescente polarizzazione politica nel Regno Unito, segnato dall’ascesa nei sondaggi del partito Reform UK di Nigel Farage e da un’ondata di proteste contro i centri di accoglienza per richiedenti asilo. Robinson, uscito di prigione lo scorso maggio dopo una condanna per oltraggio alla corte, ha sfruttato l’assassinio dell’attivista conservatore statunitense per galvanizzare i suoi sostenitori, dedicando la marcia alla sua memoria. Sul palco, insieme a Robinson, sono attesi esponenti di spicco della destra radicale internazionale, tra cui Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump, un deputato dell’AfD tedesco e figure provenienti da Polonia e Stati Uniti. Nel programma figura anche il nome del controverso psicologo canadese Jordan Peterson, sebbene la sua effettiva presenza resti incerta.
Le autorità stimano la partecipazione di circa 110 mila persone, secondo l’organizzazione anti-estremismo Hope Not Hate. Per contenere eventuali scontri, la Metropolitan Police ha dispiegato oltre 1.600 agenti e istituito una vasta area di sicurezza nel centro della capitale, in coincidenza con cinque partite di Premier League e altre manifestazioni in programma nello stesso giorno.
Particolare attenzione è rivolta alle comunità musulmane londinesi, tradizionalmente bersaglio della retorica di Robinson. “Non chiediamo a nessuno di cambiare i propri comportamenti o di restare a casa”, ha dichiarato il comandante Clair Haynes, responsabile dell’operazione di ordine pubblico. “Tutti devono potersi muovere liberamente e in sicurezza per la città”.
La mobilitazione riflette non solo la capacità di Robinson di attrarre un vasto pubblico con retoriche nazionaliste, ma anche il consolidarsi di una rete transnazionale dell’estrema destra che vede Londra come un nuovo epicentro.