Cronaca internazionale

La macchina misteriosa e l'arresto: lo strano mistero nel cuore di Pechino

Le immagini mostrano alcune guardie impegnate ad arrestare il conducente di una vettura ferma davanti all'ingresso del complesso di Zhongnanhai, la struttura dove risiedono i leader della Cina

La macchina misteriosa e l'arresto: lo strano mistero nel cuore di Pechino

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Il video dura poco meno di 30 secondi ed è stato girato a Pechino, in Cina, da un automobilista in movimento. Le immagini mostrano 10-15 guardie impegnate ad arrestare il conducente di una vettura nera, ferma davanti all'ingresso Xinhua del complesso di Zhongnanhai, la struttura dove risiedono i leader del Partito Comunista Cinese (PCC), a pochi passi dalla Città Proibita. Non sappiamo perché l'auto si trovasse sul marciapiede in un'area così sensibile, né siamo a conoscenza di cosa sia accaduto o di chi fosse l'uomo trascinato via dai funzionari. Il filmato ha fatto il giro del web, accompagnato da ipotesi e indiscrezioni impossibili da confermare. Anche perché il governo cinese non ha rilasciato alcun comunicato in merito.

L'auto davanti alla “Casa Bianca” cinese

L'episodio sarebbe avvenuto nella serata di domenica. Secondo l'ipotesi più diffusa un anonimo cittadino cinese senza nome avrebbe tentato di schiantare la propria auto – un veicolo di lusso targato Pechino - contro i cancelli della “Casa Bianca” cinese. Filmato da un testimone sul lato della strada, il video mostra il veicolo fermo di fronte all'ingresso Xinhua. Una squadra di addetti alla sicurezza interviene subito trascinando l'uomo fuori dall'abitacolo del mezzo e trasportandolo, tenendolo per mani e piedi, lungo il marciapiede. In un secondo momento altri funzionari si precipitano sul mezzo probabilmente per verificare la presenza di armi o esplosivi a bordo.

La struttura di fronte alla quale è avvenuta la rara scena non è soltanto la residenza del presidente cinese Xi Jinping, ma anche dei membri del Consiglio di Stato e del Politburo, nonché delle loro famiglie. Alcuni media hanno scritto che il motivo del presunto tentato attacco rimane poco chiaro (in realtà è impossibile dire se si trattasse di un attacco o meno). Non è noto se l'uomo stesse organizzando una protesta contro il PCC, altra teoria circolata nelle ultime ore sul web. C'è poi chi sostiene che la concitazione delle guardie sia derivata dal fatto che l'auto ferma davanti all'ingresso Xinhua fosse una Tesla, mezzo statunitense considerato dalla Cina una possibile minaccia per la sicurezza nazionale.

Ricordiamo che a partire dal 2021 il governo cinese ha effettivamente vietato l'utilizzo di auto Tesla a militari e funzionari delle aziende di interesse cruciale per la sicurezza nazionale. Pare, infatti, che a detta delle autorità cinese la circolazione di questi mezzi all'interno di spazi sensibili possa consentire l'estrapolazione di segreti, che la casa automobilistica potrebbe poi cedere all'intelligence statunitense o vendere a quella di altri Paesi. Nel caso specifico, la sola presenza di una Tesla a due passi dalla residenza dei massimi leader della Cina, forse frutto di poca accortezza da parte del conducente, potrebbe aver fatto scattare particolari procedure di allarme.

Il presente della Cina

In Cina, intanto, il Congresso nazionale del popolo si è chiuso confermando il sostegno nei confronti del presidente Xi Jinping e della sua visione. L’evento, durato una settimana ha evidenziato come la politica cinese punti a far crescere ancora di più la leadership di Xi. Il Congresso è terminato senza la consueta conferenza stampa del premier, Li Qiang, unica occasione, durante l'anno, nella quale ai giornalisti è solitamente consentito porre domande a un importante leader del Paese.

"Zhongnanhai è sempre stata una scatola nera e ora lo è ancora di più", ha dichiarato Chong Ja Ian, professore associato di scienze politiche presso l'Università Nazionale di Singapore, al Financial Times.

Lo scorso martedì, durante la sessione di apertura del suddetto Congresso, tenutasi nell’auditorium principale della Grande Sala del Popolo a Pechino, migliaia di delegati hanno applaudito lentamente all’unisono mentre Xi e i suoi quadri superiori salivano sul podio e una banda militare di ottoni intonava a tutto volume la “Marcia del i Volontari”, l'inno nazionale.

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