
La Cina ha lanciato un chiaro messaggio all'indirizzo degli Stati Uniti. Le esercitazioni militari effettuate nelle ultime settimane dagli Usa in Asia, insieme a Giappone e Corea del Sud, rappresentano una minaccia per Pechino. L'esercito cinese le ha addirittura definite strumenti volti a destabilizzare la regione, in un articolo di opinione firmato da Ji Cheng dell'Accademia delle Scienze Militari e pubblicato dal PLA Daily. Nello specifico il testo fa riferimento al ritmo crescente delle manovre nonché alla loro complessità. "(Le esercitazioni ndr) sono andate oltre la tradizionale cooperazione militare. Si stanno evolvendo in strumenti strategici per la potenza esterna per destabilizzare le dinamiche di sicurezza regionale", si legge nel testo.
Le esercitazioni Usa che preoccupano la Cina
Nell'articolo si legge che per giustificare le esercitazioni - la cui frequenza, portata geografica e ambiti operativi risultano in aumento – sono state utilizzate "minacce regionali esagerate" nei confronti di Cina e Corea del Nord. Negli ultimi due mesi l'esercito statunitense si è unito alla Corea del Sud per Ulchi Freedom Shield e Iron Mace, con il Giappone per Resolute Dragon 2025 e con entrambi i Paesi per Freedom Edge. Per la cronaca, le operazioni relative a Freedom Edge si sono svolte per la prima volta a giugno dello scorso anno, e sono andate in scena svolte tre volte in 15 mesi. Iron Mace era invece incentrata sulle operazioni nucleari e si è tenuta tre volte in 13 mesi.
Il South China Morning Post ha fatto notare che l'ultima edizione di Freedom Edge, tenutasi a metà settembre e durata cinque giorni, è stata innovativa per l'aggiunta di elementi di difesa e offesa informatica, nonché di coordinamento multi-dominio, segnalando un passaggio verso una guerra integrata, si legge nell'articolo. Il Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti ha fatto sapere che l'esercitazione trilaterale "dimostra l'impegno condiviso dei paesi a raggiungere e mantenere collettivamente la pace nell'Asia-Pacifico", affrontando al contempo le "minacce condivise" all'interno della cosiddetta prima catena di isole.
La posizione di Pechino
L'articolo del PLA Daily ha evidenziato il ruolo delle tecnologie emergenti nelle esercitazioni. Quest'anno, durante l'Ulchi Freedom Shield, il personale statunitense e sudcoreano ha per esempio messo alla prova la propria consapevolezza del dominio spaziale, le operazioni e la manutenzione informatica in tempo di guerra, nonché le capacità di penetrazione e interruzione della rete, utilizzando l'intelligenza artificiale generativa sudcoreana per l'analisi dei dati e la valutazione della situazione.
Resolute Dragon 2025 ha coinvolto 19.000 soldati in territori chiave del Giappone. Il richiamato articolo ha fatto presente che per la prima volta gli Stati Uniti hanno schierato il sistema missilistico Typhon in Giappone per testare rapide transizioni in tempo di guerra. Parliamo di un jolly militare in grado di lanciare missili da crociera Tomahawk per attacchi terrestri e missili di difesa aerea SM-6 con una gittata fino a 2.000 km, rendendo Pechino, Shanghai e molte delle province più popolose della Cina orientale raggiungibili nel caso di lancio dal territorio nipponico.
Dietro queste mosse, ha aggiunto il PLA Daily, ci sarebbero programmi nazionali diversi e divergenti. Da un lato, Washington spingerebbe gli alleati asiatici verso ruoli di prima linea nell'Indo-Pacifico mentre dall'altro Seoul continuerebbe a fare affidamento sulle garanzie di sicurezza degli Stati Uniti. Nel frattempo, Tokyo – "determinata a fungere da pedina per gli Usa" – cercherebbe di aggirare i vincoli costituzionali per aprire la strada all'impiego all'estero delle sue forze di autodifesa e per rafforzare la sua forza militare offensiva.
"Lungi dal nascondere il loro vero intento di creare una cricca esclusiva, queste azioni stanno invece aumentando il rischio di uno scontro basato su blocchi nel panorama della sicurezza regionale, rendendo le loro mosse strategiche una seria preoccupazione per i paesi della regione", si è quindi concluso l'avvertimento indiretto della Cina.