Cronaca internazionale

Nave da guerra Usa nello Stretto di Taiwan: Cina in "massima allerta"

Pechino ha reagito al passaggio del cacciatorpediniere americano Uss Milius nello Stretto di Taiwan. Le forze cinesi nell'area "mantengono in permanenza un alto stato di allerta"

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Per gli Stati Uniti si è trattato di un banale "transito di routine", mentre agli occhi della Cina è stata l'ennesima provocazione. Il cacciatorpediniere americano Uss Milius ha attraversato lo Stretto di Taiwan, nella giornata di domenica 16 aprile, causando la reazione di Pechino che, in tutta risposta, ha allertato il proprio esercito monitorando i movimenti della nave Usa. L'episodio è avvenuto in un momento di massima tensione tra Washington e il gigante asiatico, per altro a pochi giorni dalla fine delle esercitazioni militari cinesi attorno all'isola di Taiwan.

La nave Usa, l'allerta della Cina

La Settima Flotta degli Stati Uniti ha diffuso un comunicato spiegando che il transito della nave è avvenuto in acque in cui vigono le libertà di navigazione e di sorvolo in alto mare in conformità al diritto internazionale. "La nave è transitata attraverso un corridoio dello Stretto che si trova al di là del mare territoriale di qualsiasi Stato costiero", si legge nella nota, nella quale Washington ha ribadito che questa azione "dimostra l'impegno degli Stati Uniti per un Indo-Pacifico libero e aperto".

Ben diverso l'umore della Cina. Il Comando del teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione cinese "ha completamente monitorato le operazioni di passaggio della nave da guerra statunitense", mantenendo "sempre un alto livello di allerta ad ogni momento" allo scopo di "difendere risolutamente la sovranità e la sicurezza nazionale", nonché "la pace e la stabilità regionali". Il portavoce dello stesso Comando, Shi Yi, ha inoltre accusato gli Stati Uniti di aver "esaltato pubblicamente" la sua operazione effettuata nelle scorse e annunciata in mattinata.

Alta tensione nello Stretto di Taiwan

Prima le esercitazioni militari cinesi, poi il transito di una nave americana. Non c'è tregua per le movimentate acque dello Stretto di Taiwan, al centro di un braccio di ferro geopolitico, tra Cina e Stati Uniti, che rischia di trasformarsi in un conflitto aperto da un momento all'altro.

Ricordiamo che Pechino rivendica Taiwan come parte integrante del proprio territorio, definendola una "provincia ribelle", così come l'intero Stretto di Taiwan e le sue acque territoriali. Dal canto suo, la marina degli Stati Uniti fa transitare le sue navi da guerra attraverso lo Stretto circa una volta al mese e conduce regolarmente missioni simili, per la libertà di navigazione, nel conteso Mar Cinese Meridionale.

La scorsa settimana, la Uss Milius ha navigato vicino ad una delle più importanti isole artificiali e controllate dalla Cina nel Mar Cinese Meridionale, Mischief Reef. Pechino ha denunciato l'atto come illegale.

Il monito di Pechino: "No a interferenze esterne"

Nel frattempo, la Cina ha avvertito i ministri degli Esteri dei Paesi del G7, ribadendo che la questione di Taiwan è una questione interna, sulla quale non sono ammesse interferenze. Lo status dell'isola è stato tra gli argomenti trattati dai titolari delle politiche estere dei sette Paesi, riuniti a Karuizawa, in Giappone.

In una nota del ministero degli Esteri di Tokyo si è fatto presente che i ministri degli Esteri delle sette grandi economie "condividono l'opinione di opporsi a ogni tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza, riaffermano l'importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan" e chiedono una "soluzione pacifica" della questione.

La tensione, intanto, continua a salire.

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